Alla fine non sarà Michel Sapin, 62enne esponente del partito socialista e già ministro delle Finanze in carica, a prendere il posto del “ribelle” Arnaud Montebourg a capo dell’Economia. La poltrona di Bercy andrà invece al giovane Emmanuel Macron, socialista liberale e fedelissimo del presidente François Hollande, di cui è stato sottosegretario alla presidenza dall’elezione nel 2012 fino al giugno scorso.
Macron, 36 anni di Amiens, è banchiere dei Rothschild dal 2008 e rappresenta una scelta moderata, che sancisca l’allineamento a una politica che cerchi il dialogo – e non lo scontro – con la Germania per allentare la morsa dell’austerità, in linea con quanto sta provando a suggerire il governo Renzi in Italia. Forse persino oltre, visto che lo stesso Le Monde aveva definito il manager rampante – in un editoriale dello scorso gennaio – “l’emisfero destro dell’Eliseo”, sottolineandone la propensione a una politica liberale, che stava già allora “guadagnando spazio ideologico” influenzando le scelte del presidente.
Ecco la composizione del nuovo governo, in buona parte confermato dal precedente: Laurent Fabius, Bernard Cazeneuve e Christiane Taubira conservano rispettivamente le poltrone di Esteri, Interni e Giustizia, Michel Sapin alle Finanze, Fleur Pellerin sostituisce la Filippetti alla Cultura e Najat Vallaud-Belkacem il dissidente Hamon all’Istruzione, François Rebsamen resta al Lavoro, Jean-Yves Le Drian alla Difesa e Segolene Royal all’Ecologia.
