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Emicrania: ecco quanto costa avere mal di testa

Pixabay

Avere mal di testa costa parecchio: oltre 4mila euro in un anno. Un peso economico che in Italia ricade molto più sulle donne, colpite dall’emicrania due volte più degli uomini (quattro milioni di casi l’anno contro due milioni). È quanto emerge dallo studio Gema (Gender&Migraine) del Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (Cergas), presentato mercoledì a Roma nel corso di un convegno.

Dai dati registrati, il Cergas ha stimato un costo annuale per paziente con emicrania pari a 4.352 euro, di cui:

  • 1.100 (il 25%) per prestazioni sanitarie,
  • 1.524 (il 36%) per perdite di produttività,
  • 236 (il 5%) per assistenza formale
  • 1.492 (il 34%) per assistenza informale

I costi a carico dei pazienti per farmaci o trattamenti non coperti dal Servizio Sanitario Nazionale sono stati quantificati in 464 euro l’anno.

Secondo l’indagine – effettuata su un campione di 607 pazienti adulti con almeno 4 giorni di emicrania al mese – sempre le donne perdono più giorni di lavoro (16,8 l’anno contro i 13,6 dei maschi) e giornate di vita sociale (26,4 contro 20) e sono maggiormente soggette al fenomeno del presentismo, ovvero a giornate in cui si presentano al lavoro in condizioni di malessere (51,6 giorni contro 35,6). A causa di un reddito inferiore a quello dei maschi, però, spendono meno per diagnosi e cura (1.132 euro l’anno contro 1.824) e riportano una perdita di redditività minore.

“Le donne sembrano essere vittime dei numerosi e fondamentali ruoli che ricoprono a livello sociale – spiega Rosanna Tarricone, associate dean della SDA Bocconi e responsabile scientifico del progetto – Soffrono di emicrania più degli uomini, ma non possono concedersi il privilegio di assentarsi dal posto di lavoro o accantonare le tradizionali mansioni domestiche. Per di più, avendo un reddito mediamente inferiore a quello degli uomini, le donne rinunciano a effettuare visite ed esami, acquistare farmaci non dispensati dal Sistema sanitario nazionale, sottoporsi a trattamenti non medici e ricevere assistenza formale”.

A partire dalle evidenze emerse sul costo della patologia e “sul differente impatto che l’emicrania produce sulle donne – conclude Tarricone – lo studio si propone di supportare lo sviluppo di politiche sanitarie e socio-sanitarie differenziate rispetto al genere, con l’obiettivo cioè di colmare il gap esistente in una logica di equità redistributiva”.

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