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Borsa, Ferragamo paga le modifiche al Patent Box

Ferragamo sale in borsa ma non allo stesso passo del listino. Importanti indicazioni sui risultati del primo trimestre 2017 sono attese dall’assemblea dei soci del prossimo giovedì, dal momento che la casa di moda italiana ha dichiarato che non pubblicherà i conti relativi al primo periodo dell’anno in corso. 

Il titoli del gruppo fiorentino registrano un rialzo del 1,87% e sono scambiati a 27,30 euro, mentre il Ftse Mib corre del 3,9%. Gli analisti della banca d’investimento Equita prevedono una crescita annua delle vendite della prossima collezione ed un incremento complessivo del fatturato retail per l’inter 2017. Soffrirà invece il canale wholesale, risentendo del destocking e del calo del turismo cinese in Corea. 

Il mercato però fa i conti anche con le nuove indicazioni relative al Patent Box, la detassazione sui beni immateriali prevista dalla Finanziaria 2015. La recente “manovrina” per la modifica dei conti pubblici prevede la cancellazione del beneficio fiscale per i soli marchi – per allinearsi ai principi Ocse per contrastare l’elusione internazionale – lasciandolo in vigore per altri asset e facendo salve le richieste di adesione presentate al Fisco per il biennio ’15-’16

La procedura di accordo con il Fisco richiedeva la presentazione di un corposo dossier. La scelta effettuata dall’Agenzia delle entrate è stata chiara: portare avanti dei casi pilota per poter definire linee guida utili per tutti. 

L’esclusione dei marchi rischia però di diminuire in maniera forte l’appeal del patent box italiano e di frenare la crescita dell’industria del lusso. Ad oggi, sono solo una dozzina le società che hanno chiuso un accordo con l’Agenzia delle Entrate per beneficiare della detassazione dei sovraprofitti derivanti dall’uso del marchio, fra le quali vi è anche Ferragamo. Il titolo risente però della richiesta dell’Ocse di modificare, in chiave restrittiva, la disciplina attuale a partire dal 2020.

Equita, analizzando l’andamento di Ferragamo, punta il dito sul Patent Box: a causa infatti della recente modifica introdotta per allinearsi ai principi Ocse, il Patent Box potrebbe subire delle limitazioni, ma solamente nel periodo 2020-24. Gli esperti hanno così spiegato la situazione: “ipotizzando che dai marchi derivi circa il 70% dei benefici annui legati al Patent Box, il venire meno degli stessi per il periodo 20-24 implicherebbe un impatto dell’1,4% sulla nostra valutazione”. 

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