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Alitalia: voli, biglietti, Millemiglia. Cosa succede ora? La crisi in 8 punti

Dopo la bocciatura del referendum sul preaccordo da parte dei lavoratori, per Alitalia si apre un percorso lungo e pieno di incognite: si parte dal commissariamento e da un prestito ponte per arrivare nei prossimi mesi alla vendita o, nel caso peggiore, alla liquidazione. Vediamo quali sono i punti principali della questione, tenendo presente sia il punto di vista dei viaggiatori sia quello dei dipendenti.

1) COSA RISCHIA CHI HA GIÀ UN BIGLIETTO?

Chi ha già acquistato un biglietto per partire a inizio maggio può stare tranquillo, perché “il programma e l’operatività dei voli non subiranno al momento modifiche”, fa sapere Alitalia.  

2) E CHI DEVE ANCORA PRENOTARE?

Per quanto riguarda invece i biglietti non ancora acquistati, al momento è impossibile dire se sia rischioso prenotare un volo Alitalia, soprattutto se la partenza è in programma da luglio in poi. Al momento è ancora possibile comprare ticket sul sito di Alitalia per voli di quest’estate, ma, in attesa che la situazione si chiarisca, alcune aziende straniere stanno invitando i propri dipendenti a non acquistare biglietti della compagnia aerea italiana per i prossimi viaggi.

3) CHE NE SARÀ PUNTI MILLEMIGLIA?

In teoria, chi ha accumulato un credito con il programma fedeltà di Alitalia potrebbe chiedere di recuperarlo, in tutto o in parte, se la compagnia dichiarasse fallimento. Ma nella pratica, probabilmente, un’iniziativa del genere risulterebbe davvero molto complessa.  

4) COME FUNZIONA IL COMMISSARIAMENTO?

A causa della bocciatura del referendum, Alitalia non può più beneficiare del previsto aumento di capitale da due miliardi di euro. Scatta invece la richiesta di ammissione all’amministrazione straordinaria: il presidente della compagnia, Luca Cordero di Montezemolo, ha già comunicato ufficialmente al presidente dell’Enac la decisione del Cda di avviare la procedura per la nomina del commissario. Il Cda ha fissato l’assemblea dei soci per il 27 aprile (in prima convocazione) e il 2 maggio (in seconda convocazione) per deliberare in proposito.

All’inizio di maggio dovrebbe arrivare il decreto per la nomina di due o tre commissari. Il governo punta su Luigi Gubitosi o su Enrico Laghi come nomi di punta, che potrebbero essere affiancati da Aristide Police o Stefano Ambrosini.

In sostanza, il commissario dovrà garantire l’equilibrio gestionale tagliando rotte e voli e cercare una soluzione per il futuro della società.

5) COSA SUCCEDERÀ DOPO?

Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, ha riassunto le prospettive di Alitalia in questi termini: “L’amministrazione straordinaria si potrà concludere nel giro di 6 mesi o con una vendita parziale o totale degli asset di Alitalia oppure con la liquidazione. Se ci saranno aziende interessate a rilevarla, è prematuro dirlo”.

La numero uno della Cisl, Annamaria Furlan, si augura invece che il commissariamento “sia la strada per un nuovo piano industriale credibile: la chiusura di Alitalia o la sua vendita a pezzi vanno scongiurate in tutti i modi, nell’interesse dei dipendenti, dell’indotto e di tutto il sistema Paese”.

6) NEL FRATTEMPO CON QUALI SOLDI SI VA AVANTI?

Sempre Calenda ha spiegato che l’Italia chiederà all’Ue il via libera a “un prestito ponte per un orizzonte di 6 mesi, a condizioni molto precise che negozieremo”. Si tratterà di un “ponte finanziario transitorio” e non di “una nazionalizzazione né di cinque anni di amministrazione straordinaria”, ha continuato il ministro. Il valore dell’operazione dovrebbe essere di 3-400 milioni di euro.

7) È IPOTIZZABILE UN NUOVO SALVATAGGIO PUBBLICO?

No. La strada della nazionalizzazione è stata esclusa categoricamente e più volte da diversi membri del governo. Tuttavia i costi per lo Stato non saranno pari a zero: il semplice ricorso alla cassa integrazione ordinaria per i lavoratori Alitalia costerebbe alle casse pubbliche circa un miliardo di euro.

“Sulla questione Alitalia bisogna dire la verità – ha ribadito ieri il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni –non ci sono le condizioni per una nazionalizzazione. Tuttavia il Governo si sente impegnato a difendere lavoratori, utenti, contribuenti e cittadini per non disperdere risorse e asset della compagnia. Ci lavoreremo sapendo tuttavia che l’esito del referendum rende più difficile la sfida. Da parte mia c’è stata delusione per il fatto che l’opportunità dell’accordo tra aziende e sindacati non sia stata colta. Non posso tacere la preoccupazione per quello che sta accadendo”.

8) QUALI SONO I VANTAGGI PER LA CONCORRENZA?

Ryanair e le altre compagnie low cost potrebbero trarre vantaggio dagli slot che la gestione commissariale di Alitalia dovrebbe cedere. Intanto, fra le possibili acquirenti del vettore italiano si fa il nome della tedesca Lufthansa, che però a questo punto ha tutto l’interesse ad aspettare che Alitalia venga ridimensionata. Come del resto ha già fatto con la svizzera Swiss e la belga Brussels Airlines.

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