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Trise, Tari e Tasi: come cambiano le tasse sulla casa

Addio all’Imu sulla prima casa, arriva la Trise. Questo il nome con cui nella legge di Stabilità è stata battezzata la service tax in arrivo dal 2014. Il nuovo prelievo ingloberà l’imposta sull’abitazione principale, la Tares e la Tarsu sui rifiuti. 

La Trise si pagherà in quattro rate annuali e sarà divisa in due componenti: la Tari per la gestione dei rifiuti urbani e la Tasi per i servizi indivisibili dei Comuni, che avrà un’aliquota base dello 0,1% da applicare sulla stessa base imponibile dell’Imu, ovvero la rendita catastale originaria rivalutata del 5% e moltiplicata per 160. Il tetto massimo del prelievo non potrà superare le aliquote massime Imu: 6 per mille sulla prima casa 10,6 sulla seconda.

Fra le due parti c’è poi una differenza fondamentale: i Comuni potranno chiedere il pagamento fino al 30% della Tasi agli inquilini, mentre la Tari sarà interamente a carico dei proprietari. 

In tutto, secondo i calcoli della Uil, la Trise costerà mediamente 366 euro per una famiglia di quattro persone in un appartamento di 100 metri quadri. La somma è superiore ai 281 medi del 2013, ma inferiore ai 450 del 2012, quando si pagò l’Imu anche sulla prima casa.

La nascita della service tax, è bene ricordarlo, non cancella del tutto la vecchia Imu, che rimane in vigore per gli immobili diversi dall’abitazione principale.

Quanto agli appartamenti dati in comodato ai figli, i Comuni dovranno decidere di esentarli dal pagamento fino 500 euro di rendita catastale oppure nel caso in cui il congiunto abbia un reddito Isee inferiore a 15mila euro. Una norma che, è evidente, si presta a raggiri tutt’altro che difficili.

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