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Svolta di ottimismo per il mobile? Grazie a bonus e Pil gli imprenditori iniziano a crederci

Il pressing sul governo sta pagando. Ieri il premier Matteo Renzi, che è intervenuto all’inaugurazione del Salone del mobile si è detto pronto a “confermare e se possibile estendere gli interventi, già inseriti nell’ultima legge di stabilità, che riguardano il settore del legno-arredo”, “con un occhio di riguardo anche per le giovani coppie”. Si tratta del bonus mobili al momento in vigore e  che la Federazione della filiera italiana del legno-arredo, Federlegnoarredo spera di riuscire a rendere strutturale, ossia continuo, e magari anche più esteso, il che significa aumentando la soglia limite di spesa (al momento fissata a 10mila euro) e adottando ulteriori agevolazioni per le giovani coppie.

Una misura introdotta nell’estate del 2013 e che l’ultima legge di stabilità ha prorogato per tutto il 2015 a cui il comparto ha affidato le proprie speranze di frenare il crollo del fatturato sperimentato nel mezzo della crisi. Due anni fa circa, al grido di “Italiani Mobili-tatevi”, gli imprenditori del mobile hanno provato a suonare la riscossa di cucine e sistemi arredo provati dal calo delle vendite interne ma anche dalla concorrenza dei tedeschi, che puntando sul richiamo vero o presunto della “migliore” tecnologia, danno battaglia al nostro design, soprattutto tra i fornelli.

LA BOCCATA D’OSSIGENO DEL BONUS MOBILI

I numeri sembrano aver dato ragione agli imprenditori: grazie al bonus mobili sono stati recuperati 1,8 miliardi di fatturato che tradotto in vita quotidiana significa che 3.600 aziende in gravi difficoltà non hanno chiuso i battenti e 10mila lavoratori hanno salvato il proprio posto. Per lo Stato il tutto ha significato un gettito d’Iva da 360 milioni. Nel 2014 la flessione del fatturato è stata così perlomeno frenata: -2,5%. Per il 2015 il comparto ha voglia di ottimismo. E forse è la volta buona, se il Pil finalmente aiutasse.

“Credo che per il nostro Paese questa edizione vorrà dire ottimismo”, ha detto il presidente di Federlegnoarredo, Roberto Snaidero, nel suo messaggio inaugurale per il Salone del Mobile che è partito ieri a Milano e che si prepara ad accogliere 300mila visitatori provenienti da più di 160 paesi.

Proprio l’altro ieri la Federazione ha diffuso un report elaborato con Fondazione Symbola, Fondazione Edison e Unioncamere sulla competitività del Paese: “Le 10 verità sulla competitività del Paese”. “Un documento – ha sottolineato Federlegnoarredo –  che non nasconde le difficoltà del Paese, ma che allo stesso tempo si è posto l’obiettivo di individuare le potenzialità e i punti di forza del sistema Italia, come la propensione all’export che mostra la riconosciuta qualità del Made in Italy sui mercati internazionali”.

LE DIECI VERITA’ SULLA COMPETITIVITA’

Un esempio per essere ottimisti? L’Italia è infatti tra i soli 5 paesi al mondo ad avere un surplus commerciale manifatturiero con l’estero superiore ai 100 miliardi di dollari. “In questo quadro – si legge nello studio a cui ha lavorato anche Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison e tra i sette consiglieri economici di Renzi – uno dei settori trainanti dell’economia e dell’export nazionale è proprio il legno arredo: con oltre 10 miliardi di surplus, l’industria italiana del mobile è seconda nella graduatoria mondiale, preceduta solo dalla Cina”. Non solo. L’industria italiana del mobile con 56,4 milioni di euro investiti può vantare anche il primato europeo per spesa in ricerca e sviluppo. “E’ un’industria che – sottolinea lo studio –  mentre coltiva la maestria di generazioni di artigiani, sa guardare al futuro: è infatti prima in Europa, facendo meglio di Gran Bretagna e Germania, per spesa in Ricerca e sviluppo”.

Queste le dieci “verità” presentate dallo studio:

  1.  L’Italia è tra i Paesi che, nella globalizzazione, hanno conservato maggiori quote di mercato mondiale. In numeri, secondo i dati  2013 ha mantenuto il 76,6% delle quote dell’export mondiale della manifattura che aveva nel 1999, “prima che Paesi come la  Cina rivoluzionassero il commercio globale”. Dietro alla Germania (93,9%), ma davanti agli Usa (70,2%), Francia (59,8%),  Giappone (57,3%) e Regno Unito (53,4%).
  2.  Il modello produttivo italiano è tra i più innovativi in campo ambientale. Tra i primi nell’eco-efficienza del sistema produttivo,  campioni di riciclo e sui green job.
  3.  La zavorra del Pil italiano è il crollo della domanda interna, non certo la competitività dell’industria.
  4.  Con la cultura si mangia. La filiera pesa per il 5,7% della ricchezza prodotta.
  5.  L’Italia è uno dei soli cinque Paesi al mondo che vanta un surplus manifatturiero sopra i 100 miliardi di dollari.
  6.  L’industria italiana del legno arredo è seconda al mondo per surplus commerciale con 10 miliardi. La precede solo la  Cina con  83,4 miliardi.
  7.  L’Italia è ai vertici dell’Unione europea per saldo commerciale nel 60% dei prodotti del settore del legno arredo.
  8.  L’Italia è leader europeo nel legno arredo grazie ai distretti industriali. Due delle tre principali regioni produttrici di mobili  dell’Unione Europea sono italiane: Veneto e Lombardia.
  9.  L’industria italiana del mobile è prima in Europa per investimenti in ricerca e sviluppo.
  10.  L’industria italiana del mobile genera un valore aggiunto che vale quanto quelli di Francia,m Spagna e Svezia  sommati assieme.
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