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Riforma Senato, tour de force da lunedì. Renzi: “Se non passa si torna a votare”

Un tour de force per battere l’ostruzionismo. Questa la strada scelta ieri dalla conferenza dei capigruppo al Senato, su proposta del Pd. Al centro della discordia, naturalmente, il disegno di legge per le riforme costituzionali, che  comprende il la tanto controversa metamorfosi dell’assemblea di Palazzo Madama per il superamento del bicameralismo perfetto.

Una volta fallito il tentativo di ottenere dalle opposizioni una riduzione del numero degli emendamenti (in tutto 7.850), la capigruppo ha stabilito che da lunedì i senatori si riuniranno a oltranza, con sedute dalle 9 alle 24, compresi il sabato e la domenica, per arrivare ad approvare il pacchetto di riforme entro la pausa estiva.

La decisione non trova però d’accordo uno dei partiti che hanno contribuito a scrivere il testo in discussione, ovvero Forza Italia: “Non posso chiedere al mio gruppo di votare questo calendario perché lo trovo irragionevole: la proposta che faccio è proseguire il dibattito come era stata stabilito e mi auguro che nel frattempo la ragionevolezza prenda il sopravvento”, ha detto Paolo Romani, capogruppo Fi al Senato.

Ma il premier Matteo Renzi non ci sta: “Questo Parlamento è a un bivio: o dimostra di essere capace di cambiare facendo le riforme o si condanna da solo e si torna a votare”.

Per ora, tuttavia, non è stato disposto alcun contingentamento dei tempi, né la temuta “ghigliottina” di cui si era parlato con insistenza ieri in mattinata e che era apertamente osteggiata da Lega e M5s.

Intanto, sempre ieri Giorgio Napolitano ha difeso il cammino delle riforme costituzionali, prendendo posizione contro chi critica il testo in discussione: “Per serietà e senso della misura – ha detto il Capo dello Stato –, non si agitino spettri di insidie e macchinazioni autoritarie. Bisogna superare estremismi e contrasti”.

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Categories: Politica