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Quarta ondata, picco a Natale: le contromisure del Governo

Pixabay

Mentre l’Europa è alle prese con la quarta ondata e in alcuni Paesi si registra un aumento esponenziale dei contagi, l’Italia prova a resistere, ma anche da noi la crescita del numero dei positivi è più che visibile. Per questo motivo, il Governo sta già pensando alle contromisure per cercare di frenare i contagi, evitando però misure restrittive che potrebbero compromettere la crescita economica. 

I CONTAGI IN ITALIA

Nell’ultima settimana sono stati registrati oltre 36mila nuovi positivi al Covid, il 17,2% in più rispetto alla settimana precedente. Il bicchiere però, per molti analisti, è mezzo pieno dato che nelle ultime due settimane di ottobre la crescita percentuale era stata rispettivamente pari a +32,1% e +32,3%. Potrebbe dunque esserci un primo rallentamento, ma non bisogna abbassare la guardia. Nelle prossime settimane sarà fondamentale tenere la barra dritta, soprattutto in vista del Natale, quando secondo gli esperti potrebbe arrivare il picco della quarta ondata: “Con i numeri attuali è ragionevole aspettarsi il raggiungimento del plateau a quota 15mila casi giornalieri attorno a Natale”, afferma il professor Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene generale e Medicina preventiva all’Università degli Studi di Milano.

Guardando i dati delle singole regioni, a preoccupare sono soprattutto la Sardegna (+73% dei contagi rispetto alla settimana precedente, il Veneto (+40%) e la Provincia di Bolzano (+45,3%). Per il momento però nessun territorio rischia la zona gialla dato che a pesare non sono più i contagi ma i ricoveri. Quelli nei reparti ordinari sono cresciuti del 14%, quelli in terapia intensiva del 16,3%. Nonostante ciò, tutte le Regioni sono al di sotto dei limiti che farebbero scattare la zona gialla (la media italiana dei due dati è rispettivamente 4 e 6%, a fronte di soglie fissate al 15% per i ricoveri nei reparti ordinari e al 10% per i posti letto in rianimazione).

Infine i decessi. Dall’inizio della pandemia, sono 132.391 le persone morte per Covid. Nell’ultima settimana sono 291 le persone che hanno perso la vita, quindici in più rispetto alla settimana precedente. Grazie al buon andamento della campagna vaccinale (l’83,3% della popolazione vaccinabile ha completato il ciclo), si è evitato dunque un ulteriore aumento dei decessi. 

LA STRATEGIA DEL GOVERNO

Sono sostanzialmente quattro le misure su cui il Governo Draghi punta per contenere i contagi: estensione dello stato d’emergenza, prolungamento dell’obbligo di green pass, riapertura degli hub vaccinali e, soprattutto, incremento delle terze dosi di vaccino anti-Covid.

Secondo quanto previsto, entro metà dicembre il Governo dovrebbe decidere di estendere lo stato d’emergenza, in scadenza il 31 dicembre, di altri tre mesi. E dunque fino alla fine di marzo. Scopo principale di questa misura è quello di consentire alla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo di mantenere piena operatività. 

Rimarrà in piedi, il sistema a “zone”, con la possibilità per le regioni di istituire zone rosse localizzate, in presenza di focolai estesi. 

Per quanto riguarda il green pass, pare ormai scontata l’estensione dell’obbligo di certificazione verde per i lavoratori e per l’ingresso nei luoghi pubblici, ristoranti, bar, ecc. In questo caso, la nuova scadenza dovrebbe essere fissata a fine marzo o addirittura in estate. Da sottolineare che per i cittadini che riceveranno la terza dose il “contatore” del green pass ripartirà dall’inizio e durerà 12 mesi dalla data della dose booster. 

Parlando proprio della terza dose il Governo ha intenzione di vaccinare quante più persone possibile. Già questa settimana il Cts si riunirà per dare il via libera all’estensione della terza dose a tutti gli over 50, da somministrare a sei mesi di distanza dalla seconda dose, mentre secondo quanto anticipato dal ministro, Roberto Speranza, il governo è al lavoro per “allargare la platea ad ulteriori fasce generazionali”. A questo scopo, ai governatori è già stato richiesto di riaprire gli hub vaccinali chiusi e coinvolgere i medici di base nella campagna vaccinale. Infine, si attende l’ok dell’Ema (previsto anche questo a metà del mese prossimo) per la vaccinazione dei bambini sotto i 12 anni. 

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