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Piazza Affari paga la crisi politica ed è la peggior Borsa d’Europa mentre lo spread Btp-Bund corre

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Sale lo spread e scende la Borsa: lo stillicidio politico sul governo Draghi, andato in scena al Senato, manda in tilt Piazza Affari, che chiude come listino peggiore in Europa con una perdita dell’1,6% a 21.348 punti base. Il rosso è più acceso sul secondario: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 215 punti base (+3) e il rendimento del decennale italiano si impenna al 3,35% mentre quello del titolo tedesco si ferma poco lontano dai livelli di ieri a +1,2%.

A tenere con il fiato sospeso i mercati finanziari nazionali tutto il giorno è stato il destino dell’esecutivo, nel giorno in cui Mario Draghi è andato a Palazzo Madama chiedendo “coraggio, altruismo e credibilità” alla forze della maggioranza che lo sosteneva, per ottenere quel consenso largo e convinto necessario al premier di un paese che deve muoversi in modo credibile tra pandemia, guerra in Ucraina, crisi del gas, inflazione e azione delle banche centrali. Questa lungimiranza è mancata a una parte dell’aula, con la Lega che chiedeva un rimpasto senza i 5 stelle. L’epilogo sembra scritto, a parte sorprese dell’ultima ora.

Il Ftse Mib ha toccato un minimo di -2,2% durante la replica di Draghi, che ha chiesto la fiducia sulla mozione di Pier Ferdinando Casini, chiudendo la porta a un rimpasto. 

Borse europee contrastate, sale Wall Street

Mentre la partita sul futuro dell’Italia è ancora in corso, le Borse europee archiviano una seduta senza bussola, animata solo nelle ultime ore dall’andamento di Wall Street, che è passata in positivo dopo un avvio stonato.

Amsterdam sale dello 0,72%, mentre Francoforte perde lo 0,21%, Parigi -0,27%, Londra -0,41%. Negativa Madrid -1,19%.

Il disgregarsi del governo Draghi, in un momento di scelte così importanti per l’Italia e per la Ue, si fa sentire moderatamente sul mercato valutario, dove l’euro perde un po’ quota e tratta intorno a 1,02 dopo il balzo di ieri, sulle attese di una Bce più falco del previsto.  

Domani infatti la Bce dovrebbe decidere il primo rialzo dei tassi d’interesse in 11 anni e l’ipotesi di un intervento di 50 punti base (invece di 25) si è rafforzata negli ultimi due giorni. D’altra parte l’inflazione continua a correre nell’area euro e anche nel resto del mondo: in Gran Bretagna l’Office for National Statistics ha affermato che l’inflazione annuale dei prezzi al consumo è aumentata a giugno al 9,4% ed è la più alta dal febbraio 1982 (+9,1% in maggio), al di sopra del consenso degli economisti.

In Canada l’indice dei prezzi al consumo di giugno è salito dell’8,1% ed è l’aumento più veloce degli ultimi quarant’anni causato soprattutto del picco di prezzo toccato dalla benzina.

Tornando alla Bce, c’è molta attesa anche sullo scudo anti spread, che dovrebbe proteggere proprio  i paesi più indebitati come l’Italia e che nella sua formulazione e nelle condizioni che porrà potrà forse risentire del caos politico interno.

Per quanto riguarda le materie prime è poco mosso il petrolio: il Brent che cede lo 0,2%, trattando intorno a 107,14 dollari al barile.

Sale invece il prezzo del gas, nel giorno in cui la Commissione Europa ha proposto un taglio del 15% al consumo nella Ue fino alla prossima primavera, con l’obiettivo di far fronte al taglio delle forniture in arrivo dalla Russia.

Piazza Affari in rosso con utility e banche

Dopo il rally dei giorni scorsi le banche pagano pegno oggi all’incertezza: Intesa -3,51%, Unicredit -2,77%, Bper -2,86%, Banco Bpm -2,35%.

Tra i finanziari arretrano anche Mediobanca -1,15 e Generali -2,86%, partecipate dalla Delfin. Ieri Francesco Milleri, presidente della holding della famiglia Del Vecchio azionista delle due società rispettivamente con oltre il 19% e quasi il 10%, ha precisato che ‘l’obiettivo è far crescere tutte le attività’ aggiungendo: ‘Non prevedo dismissioni nel breve periodo anzi non escludiamo nuovi investimenti per supportare la crescita delle aziende di cui siamo azionisti’.

Scivolano le utility con Italgas -4,18%, Enel -3,13%, Terna -2,42%, Snam -2,39%.

Torna basso il morale di Saipem, che perde il 3,89%.

Sono solo quattro le blue chip in rialzo: Stm, +2,24%, Diasorin +1,55%, Telecom Italia +0,79%, Moncler +0,47%. 

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