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Legge di Stabilità al Consiglio dei ministri: Tfr in busta paga a metà 2015 e taglio imponibile Irap

Dall’anno prossimo il costo del lavoro sarà interamente deducibile dalla base imponibile dell’Irap, che quindi si dimezzerà, rimanendo legata solamente a profitti e interessi passivi. E’ questa la principale novità fiscale per le imprese contenuta nella nuova legge di Stabilità. 

Il testo della manovra approda oggi in Consiglio dei ministri (inizialmente previsto alle 15, poi rinviato alle 18) e prevede un intervento da 6,5 miliardi di euro sull’imposta regionale sulle attività produttive. In realtà, il peso della componente lavoro Irap viaggia tra gli otto e i nove miliardi l’anno, ma la riduzione del tributo porterà indirettamente anche dei benefici alle casse dello Stato, perché implicherà una minore deducibilità dell’imposta ai fini Ires e Irpef.

I risparmi attesi sono nell’ordine del 5-9% per le piccole imprese, mentre Pmi e grandi aziende potrebbero arrivare a punte rispettivamente del 35 e del 65%. Il taglio dell’imponibile si aggiunge alla riduzione del 10% sulle aliquote arrivata a maggio con il decreto Irpef.

Altro intervento assai atteso è l’anticipo in busta paga del trattamento di fine rapporto. La manovra stabilirà probabilmente che questa possibilità sarà concessa ai lavoratori (compresi quelli che hanno deciso di dirottare il Tfr nei fondi pensione) a partire dalla seconda metà del 2015, ma è bene sottolineare che si tratterà comunque di un’opzione facoltativa. Rimarranno certamente fuori i dipendenti pubblici, ma sono a rischio esclusione anche colf, badanti e dipendenti agricoli.

Due giorni fa il Premier Matteo Renzi aveva assicurato che l’accordo con l’Abi era in dirittura d’arrivo. L’obiettivo del Governo è utilizzare la mediazione delle banche per evitare che le Pmi perdano la liquidità garantita dai Tfr che rimangono nelle loro casse. 

La nuova legge di Stabilità prevede anche diverse altre misure: 

– conferma del bonus da 80 euro in busta paga per chi guadagna sotto i 1.500 euro al mese. Solo questo intervento pesa per 10 miliardi di euro. 

– Tre anni senza pagare contributi sui nuovi contratti a tempo indeterminato (1,5 miliardi).

– Si porranno le basi perché dal 2015 esista una sola tassa comunale di cui i sindaci si assumeranno “la responsabilità”. Addio quindi alla distinzione fra Tasi e Imu. Non è chiaro invece se la misura coinvolgerà anche la Tari.

– Un miliardo per investimenti nel patto di stabilità per gli enti locali.

Scuola: un miliardo per docenti e interventi straordinari di manutenzione.

– Nuovo sussidio di disoccupazione universale, per ora finanziato con 1,5 miliardi. 

– Le famiglie numerose riceveranno un aiuto di circa 500 milioni, probabilmente con assegni per i figli o detrazioni Irpef.

– Proroga dell’ecobonus al 65% e del bonus al 55% per le ristrutturazioni edilizie (500 milioni). e due agevolazioni avranno una durata triennale ma dovrebbero gradualmente ridursi a partire dal 2016.

– Possibile, ma ancora incerto, il ripristino della detrazione generalizzata sulla tassa sulla casa in stile Imu 2012, ovvero 200 euro per tutti con l’aggiunta di 50 euro a figlio.

– Per lo sblocco degli scatti del personale del settore sicurezza (polizia e forze dell’ordine) sarà stanziato un miliardo.

– Dovrebbero arrivare anche 500 milioni annui (per cinque anni) per finanziare un credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo.

– Per le spese indifferibili saranno stanziati sei miliardi. 

Quanto alle coperture, 11,5 saranno recuperati alzando il deficit-Pil 2014 dal 2,2 al 2,9%, 13,3 saranno garantiti dalla spending review (cinque verranno dai ministeri, tre dalle Regioni, 1,8 dai Comuni e 3,5 dalle Province), tre dalla lotta all’evasione e 1,5 dalla maggiore tassazione delle slot machine. Possibile anche un aumento delle tasse sulla previdenza integrativa, con un livellamento dell’attuale prelievo dell’11,5% a quello applicato ai titoli di Stato (12,5%).

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