Altro che annuncite. Il governo Renzi comincia a raccogliere realmente i frutti della sua politica delle riforme e dopo l’approvazione dell’Italicum c’è stato un crescendo di riforme definitivamente diventate leggi o in procinto di diventarlo. L’ultimo traguardo è stato tagliato ieri con la definitiva approvazione alla Camera (280 voti a favore, 53 contrari e 11 astenuti) del disegno di legge sull’anticorruzione. Hanno votato contro Forza Italia e M5S mentre la Lega si è astenuta.
“Soltanto pochi mesi fa – ha dichiarato raggiunte il premier Matteo Renzi – sarebbe stato impensabile il risultato raggiunto ora dal Parlamento sulla lotta alla corruzione. E’ una pagina importante che riavvicina la politica, quando decide, alle aspettative degli italiani”.
La novità di maggior spicco è il ripristino del falso in bilancio che il governo Berlusconi aveva abolito. D’ora in poi chi falsifica il bilancio di una società quotata in Borsa rischia da 3 a 8 anni di galera. Per le società non quotate la reclusione, in caso di falso in bilancio, va da uno a 5 anni.
Pene più severe inoltre per corruzione, concussione e associazione mafiosa. Per la corruzione le pene si allungano di due anni, andando da un minimo di 6 anni a un massimo di 10 anni, con l’effetto di allungare i termini per la prescrizione del reato. Riviste al rialzo anche le pene per peculato mentre il reato di concussione non scatterà più solo per il pubblico ufficiale ma anche per l’incaricato di un pubblico servizio. Chi collabora potrà avere uno sconto di pena.
Un’altra novità importante è che il patteggiamento sarà possibile solo dopo la completa e anticipata restituzione del maltolto.
Infine, per il reato di associazione mafiosa le pene salgono fino a 26 anni.
