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Il Perù cresce (+4,2%): è un’occasione anche per il Made in Italy

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Tra il 1999 e il 2018 il Perù ha conseguito una crescita del Pil a tassi medi annui del 5% senza registrare alcuna recessione, lasciandosi alle spalle il periodo di iperinflazione e violenze che aveva caratterizzato gli anni ’80 e i primi anni ’90.

Il Ministero dell’Economia peruviano ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita che, nel corso di quest’anno, dovrebbero veder aumentare il pil del 4,2%, grazie all’aumento degli investimenti privati e al consolidamento della domanda interna. Tale trend, inoltre, dovrebbe essere confermato anche nei prossimi anni con una crescita che continuerebbe a rafforzarsi nel periodo 2020-2022 (+4,8%).

Tuttavia, alla crescita sostenuta si è accompagnato solo in parte il miglioramento delle infrastrutture. Inoltre, per rendere sostenibili nel tempo queste performance di crescita e diventare a pieno titolo un Paese a reddito medio, il Perù deve incidere sui fattori che limitano l’aumento della produttività e cercare di conseguire una crescita maggiormente equa e inclusiva, riducendo le disuguaglianze sociali, territoriali ed etniche.

Per gli analisti diventa allora necessario aumentare (+4,2%) gli sforzi nella lotta alla corruzione e procedere sempre più rapidamente verso la diversificazione economica, rendendo strutturali i progressi conseguiti negli ultimi anni, in particolare nei settori di agribusiness e turismo. 

I rapporti commerciali fra Roma e Lima sono ottimi e si esemplificano in un interscambio che, nel 2017, ha sfiorato 1,2 miliardi di euro: i prodotti italiani maggiormente acquistati dal Perù sono di gran lunga macchinari, apparecchiature e beni come navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali e mezzi militari.

L’analisi SACE conferma come le prospettive per un’ulteriore penetrazione dell’export Made in Italy a Lima e dintorni siano buone, prevedendo una crescita media delle vendite di prodotti italiani in Perù del +5,6% annuo da qui al 2021. I settori che dovrebbero trainare questo incremento saranno mezzi di trasporto (+9,2%), chimica (+3,6%) e meccanica strumentale (+2,2%), anche se non va sottovalutato un incremento della domanda di forniture estere da parte del Perù di metalli (+6,3%), food & beverage (+5,6%) e tessile/abbigliamento (+5,4%).

In questo scenario, la presenza italiana in Perù e i rapporti commerciali sono in crescita negli ultimi anni e presentano ancora un ampio potenziale: SACE ha inserito il Paese tra le 20 geografie prioritarie per l’export italiano, passato passando dai 128 milioni di euro di inizio millennio fino a un massimo di 652 milioni a fine 2017, dinamica che si è stabilizzata negli ultimi tre anni, al netto dell’acquisizione di grandi commesse relative ai mezzi di trasporto. I dati dei primi tre trimestri del 2019 evidenziano una prima inversione di tendenza, segno che i rapporti commerciali tra Italia e Perù potrebbero compiere un ulteriore rafforzamento strutturale. Accanto al potenziale ancora ampio per le vendite di macchinari a produzione italiana, nei prossimi tre anni in Perù sono previste in forte aumento le importazioni di alimentari e bevande (+7,2% all’anno in media) e le vendite di elettronica di consumo (+6,2% in media annua).

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Categories: Economia e Imprese