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Grecia: Varoufakis vota ‘no’ a piano riforme, Tsipras verso voto di fiducia

Il premier greco Alexis Tsipras dovrebbe chiedere al Parlamento greco il voto di fiducia dopo il 20 agosto, giorno in cui il Paese ellenico dovrà restituire 3,2 miliardi di prestito alla Banca Centrale Europea. Lo ha riferito un rappresentante del governo dopo che la coalizione del premier ha ottenuto questa mattina il via libera del Parlamento, grazie al sostegno dell’opposizione, al nuovo piano di salvataggio con 222 voti favorevoli, 64 contrari e 11 astenuti.

Ma proprio dal principale partito dell’opposizione, Nuova Democrazia, arriva il secco ‘No’ alla fiducia al governo Tsipras. A riferirlo il deputato Makis Voridis. Il partito dell’ex premier Samaras è il secondo per numero di seggi nel Parlamento greco con 76 deputati. Un eventuale voto negativo anche di tutti gli altri partiti che compongono il “Vulì ton Ellìnon” potrebbe mettere in seria difficoltà il premier Tsipras alle prese con una scissione all’interno di Syriza.

Infatti, l’ultima votazione del Parlamento greco sul piano di riforme chiesto dai creditori per il terzo piano di aiuti ha sancito la definitiva spaccatura fra il premier greco Alexis Tsipras e l’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis che ha votato ‘no’ al piano di riforme.

La decisione di esprimere il suo dissenso al piano di riforme e risparmi concordato dalla Grecia con i creditori internazionali e approvato oggi nel Parlamento ellenico rappresenta il primo passo dell’ex ministro delle Finanze verso l’allontanamento politico dal suo ex collega nell’Esecutivo greco.

Nel dibattito parlamentare che ha preceduto le operazioni di voto Varoufakis ha affermato “di essere orgoglioso di essere riuscito, durante i cinque mesi di negoziati con i creditori internazionali, a ridare speranza e coraggio a molti greci”. L’ex ministro delle Finanze ha anche detto di “essere pronto a lasciare il mio seggio in Parlamento se Alexis Tsipras lo desidera”. Va ricordato inoltre che Varoufakis ha già preannunciato di voler creare una propria formazione politica, denominata ‘Alleanza per l’Europa’.

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