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Ferragosto 2020: spiagge affollate ma vuote città d’arte e negozi

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L’Italia si spacca sul turismo e a tirare le somme è Confcommercio. Se le località marittime fanno il boom di presenze, le città d’arte segnano il peggior risultato di sempre, con un calo del fatturato che oscilla tra il 30 e il 50%. Buoni, invece, i numeri per le aree alpine e prealpine, contro ogni aspettativa registrano un calo solo del 20% rispetto il 2019, grazie al turismo di prossimità ma soprattutto ai vicini di casa svizzeri e austriaci.

Il crollo delle città d’arte non risparmia nessuno, da Nord a Sud, tutte le regioni si ritrovano “povere” di turisti. Anche la Sicilia, dove circa il 70% delle attività ha preferito chiudere i battenti, e chi invece rimane aperto incassa il 50-60% in meno rispetto al 2019. Al contrario, le prenotazioni nelle località balneari sono in aumento, con i ristoranti pieni fino al 24 agosto.

Ma 2 settimane di ripresa possono compensare i mesi precedenti? Come anche sottolineato da Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, si tratta di un “pannicello caldo, un fuoco di paglia destinato a durare fino al 23 agosto, quando gli italiani rientreranno a casa. La speranza – ha continuato Stoppani – è che da settembre si cominci a riaprire gli uffici, allentando lo smartworking, per dare ossigeno anche alle attività dei centri urbani e in periferia che ora vedono un crollo di fatturato del 50% e di un terzo degli occupati.”

In base ai primi consuntivi di metà agosto, anche il settore dell’abbigliamento fatica a ripartire. Secondo Federmoda Confcommercio, dopo 15 giorni di saldi (in qualche regione anche più di 1 mese), stima un calo di incassi di circa 1,4 miliardi, attestandosi a 2,1 miliardi contro i 3,5 miliardi dell’anno scorso.

In particolare, in base al sondaggio condotto da Federazione Moda Italia-Confcommercio, il 74% delle imprese campionate ha registrato un calo delle vendite solo nei primi 10 giorni rispetto l’anno scorso. Mentre il 53% delle aziende ha visto calare il proprio fatturato del 30% rispetto al 2019, la restante parte è arrivata a toccare anche un calo del 70-80%, soprattutto nei centri delle grandi città.

Per Federmoda Confcommercio non ci sono dubbi: sono necessarie misure per salvare il settore. Come contributi a fondo perduto, bonus per gli acquisti di abbigliamento e calzature oppure un credito di imposta per la svalutazione dei magazzini, dato che sarà possibile recuperare la stagione primaverile persa con tutti i prodotti invenduti di questo 2020.

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Categories: Economia e Imprese