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Covid, stop ai viaggi: la Ue vuole le zone “rosso scuro”

Pixabay

Tutti i viaggi non essenziali devono essere “fortemente scoraggiati finché la situazione epidemiologica non sia migliorata considerevolmente”. Lo sostengono i commissari europei per la Giustizia, Didier Reynders, e per gli Affari Interni, Ylva Johansson, che lunedì hanno presentato a Bruxelles le proposte per aggiornare le regole sugli spostamenti all’interno e all’esterno dell’Unione europea, con l’obiettivo di migliorare il coordinamento tra i Paesi membri.

Innanzitutto, la Commissione Ue propone l’aggiunta di un nuovo colore, il rosso scuro, alla mappa del rischio del Centro europeo per il controllo delle malattie “per riflettere l’alto livello di infezioni parzialmente legate a nuove varianti di coronavirus”, ha annunciato Reynders, spiegando che “la nuova categoria” di rischio “si applica alle aree in cui il tasso di notifica delle infezioni di 14 giorni è di 500 o più”.

In particolare, per chi viene dalle aree “rosso scuro”, gli Stati dovrebbero prevedere un test prima della partenza e una quarantena all’arrivo. “Visto che la capacità di test è aumentata, gli Stati dovrebbero usare di più i test pre-partenza anche nelle aree arancioni, rosse o grigie”, scrive la Commissione.

Chi invece rientra nel proprio Stato di residenza “dovrebbe invece poter fare il test appena arrivato”. Le indicazioni non si applicano ai transfrontalieri, che per lavoro o motivi di famiglia passano i confini molto spesso, e ai lavoratori del settore dei trasporti. La Commissione ha deciso di presentare le nuove proposte “alla luce delle nuove varianti del virus e gli elevati numeri di contagi”, e della necessità di evitare chiusure delle frontiere e divieti di viaggi diffusi.

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