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Confindustria, Marcegaglia ai capitani d’azienda: Fiat sbaglia, uscire non conviene

“Non è vero” che “vi sia una qualche oggettiva convenienza” nell’abbandonare Confindustria, anche perché “stare dentro il sistema associativo non significa in alcun modo rinunciare ad utilizzare gli strumenti legislativi che l’articolo 8 mette a disposizione delle imprese”. Questo il messaggio della lettera indirizzata oggi da Emma Marcegaglia a tutti i presidenti del sistema confindustriale. La numero uno di viale dell’Astronomia ha dichiarato esplicitamente il suo “disappunto per le motivazioni” che hanno indotto la Fiat alla defezione, specificando che in ogni caso la scelta del Lingotto “va rispettata” perché “Confindustria è e deve assolutamente rimanere un’associazione volontaria di liberi imprenditori”.

Tuttavia, la scelta della casa torinese non deve indurre a concludere che “Confindustria non abbia lavorato in questi anni per modernizzare le relazioni industriali”. Marcegaglia ribadisce quindi che “non vi è contrasto tra le due fondamentali innovazioni che sono state introdotte negli ultimi mesi: l’accordo interconfederale del 28 giugno ratificato il 21 settembre, e l’articolo 8 della manovra di agosto”. Con i sindacati è stato infatti condiviso “un sistema di relazioni industriali moderno, regolato ma non certo ingessato”. A questo poi si aggiungono “le opportunità che offre l’articolo 8 di derogare in azienda, attraverso accordi sindacali”.

In chiusura, Marcegaglia invita qundi gli imprenditori a non far scattare l’effetto domino dopo il caso Fiat, cui è già seguito l’abbandono di Pigna: “Oggi dobbiamo essere più che mai forti ed uniti per affrontare una grave crisi internazionale e per aiutare il nostro paese ad uscirne a testa alta. Insieme, dunque, potremo cogliere appieno tutte le opportunità che anche in questi anni difficili siamo stati capaci di costruire”.

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