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Commissione Banche, salta l’accordo su relazione unitaria

Imagoeconomica Raffaele Verderese

Non è stata raggiunta l’intesa su una relazione unitaria della commissione d’inchiesta sulle banche, che si è riunita nella mattinata di martedì. Al termine dell’ufficio di presidenza, i gruppi parlamentari presenteranno ciascuno la propria documentazione. La Commissione ha preso il via in ottobre 2017 e ha ripercorso tutti i fatti più importanti degli ultimi anni da Mps al crac delle banche venete fino alle 4 (Etruria, Banca Marche, CariChieti e Carife) messe in risoluzione dal governo nel 2015.

Nonostante gli sforzi del presidente Pier Ferdinando Casini per arrivare ad un testo condiviso che tenesse conto delle richieste generali, è stato impossibile trovare un accordo. Oltre a Liberi e Uguali, che già da tempo si era sfilata dall’appoggio ad un documento condiviso, anche il Movimento 5 Stelle si è chiamato fuori: “Siamo orientati a non votare la relazione della commissione d’inchiesta sulle banche” ha commentato Carlo Sibilia. “Non ci sono responsabilità nel documento, – ha spiegato il grillino Sibilia – non ci sono ristori per i risparmiatori, non possiamo accettare che dopo due mesi intensi di lavori questa sia la conclusione”.

La bozza di relazione della commissione messa a punto da Casini sulla base delle richieste presentate dai diversi gruppi parlamentari ruotava intorno a diversi ed importanti temi, riportiamo i principali.

PIU’ POTERI A BANKITALIA

Revisione del funzionamento della vigilanza bancaria. Norme volte a garantire costanti ed efficaci scambi di informazioni fra le autorità di vigilanza nazionali. Il superamento del vigente modello ibrido di vigilanza (settoriale e per finalità) con il passaggio al modello per finalità (cosiddetto “Twin Peaks”)

REATI FINANZIARI

Costituzione di procure distrettuali per i reati finanziari e di una procura nazionale per il coordinamento. Questa sembra essere la richiesta che più di tutte unisce i diversi partiti. La bozza Casini prevede inoltre la creazione di reati per le condotte di gestione fraudolenta e di truffa di mercato. Viene chiesta anche la possibilità di sanzionare l’induzione, da parte dell’istituto di credito, del soggetto finanziato ad acquistare strumenti finanziari dell’istituto stesso.

STOP PORTE GIREVOLI

Ampliamento dei limiti alla possibilità di essere assunti presso gli enti vigilati. Tra le misure di trasparenza, prevista anche l’introduzione di regole più stringenti per l’innalzamento delle competenze dei board ed il perseguimento di un maggior rigore in tema di conflitto di interessi.

Tra le altre proposte contenute nella bozza di relazione, anche quella della costituzione di una società di rating europea  guidata dalla Commissione Europea. Mentre per quanto riguarda la gestione dei rischi finanziari del debito pubblico, è prevista l’introduzione di maggiori vincoli all’operatività per gli Specialisti in titoli di Stato e il potenziamento della funzione di risk management all’interno del Mef.

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