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Catalogna: indipendenza o elezioni? E’ il giorno della verità, governo diviso

Ribellarsi o abbassare la testa? Barcellona non sa decidere. Dopo sette ore si è conclusa senza una soluzione definitiva la riunione notturna del governo catalano con i gruppi indipendentisti. L’appuntamento era stato convocato dal presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, per decidere la strategia da tenere di fronte al commissariamento della Catalogna da parte del governo spagnolo. Le alternative sono due: dichiarare subito l’indipendenza o cercare la strada delle elezioni.

Nessuno dei dirigenti che ha partecipato ai vertici notturni ha voluto fare dichiarazioni pubbliche. La decisione è nelle mani del presidente della Generalitat, che nella tarda serata ha pubblicato un tweet con l’hashtag ‘Catalan Republic’, in cui scrive “Non perderemo tempo con quelli che vogliono sconfiggere l’autogoverno della Catalogna. Andiamo avanti”.   

Secondo El Pais, Puigdemont continuerà a cercare un’intesa nel governo anche stamattina. Ha tempo fino alle 17: a quell’ora è convocato il Parlament catalano, dove il numero uno di Barcellona potrebbe presentare la dichiarazione di indipendenza, che eventualmente sarebbe votata domani venerdì. È stato recintato e chiuso al pubblico il parco de la Ciutadella a Barcellona, che ospita la sede del Parlament.

Al momento Puigdemont si trova stretto tra la richiesta della componente della sinistra indipendentista della Cup e di Esquerra Repubblicana, che chiedono la proclamazione unilaterale dell’indipendenza e della Repubblica, e alcuni moderati della PDeCat, che invece vogliono che la decisione sia accompagnata da elezioni.

Intanto, Madrid deve nominare la persona che guiderà la commissione incaricata di applicare le misure dell’articolo 155 della Costituzione. Il governo di Mariano Rajoy starebbe pensando a una figura con un profilo più tecnico che politico e molto probabilmente di origine catalana. Secondo fonti dell’Esecutivo citate da El Pais, l’obiettivo è trovare la forma “meno invasiva” possibile per arrivare al commissariamento. Le misure saranno votate domani dal Senato spagnolo e entreranno in vigore immediatamente. La prima conseguenza sarà la cessazione dell’incarico del presidente catalano Carles Puigdemont e del suo governo.

Un ministro spagnolo ha detto ai cronisti nei corridoi del Congresso che la reazione alla attivazione dell’articolo 155 dovrebbe durare solo una settimana circa e “non sarà un Vietnam” per l’Esecutivo. Madrid, stando al sito Naciò Digital, non prevede scioperi prolungati o sabotaggi alla nuova amministrazione. Secondo la fonte, potrebbe essere “un malessere passeggero che si diluirà mentre si imporrà la nuova realtà”.

Anche la resistenza alla presa di controllo dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, dovrebbe essere contenuta, ritengono. “È un corpo con forte spirito di gerarchia, gli agenti seguiranno la catena di comando”. La convinzione è anche che i funzionari catalani “non si giocheranno la carriera: i funzionari sono funzionari”.

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