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Vino: cresce il valore del prodotto italiano grazie all’export e ai nuovi mercati (studio Mps)

Secondo l’indice del  vino elaborato da Mps, le prospettive di medio periodo per il vino italiano sono rosee: il prezzo medio dovrebbe continuare a crescere, confermando l’incremento delle quotazioni rilevato nel 2012 e la tendenza ad una maggiore ricerca della qualità delle esportazioni.

La buona salute del settore è confermata anche dal clima di fiducia  e dalle aspettative della maggioranza delle aziende produttrici che si attendono un aumento del fatturato per il 2013, con prospettive di crescita attorno al 5% nella maggior parte dei casi. Un segno positivo che dovrebbe realizzarsi nonostante il possibile calo dei volumi, che già nel 2012 si è attestato a 40 milioni di litri, il minimo storico.

Il mercato del vino italiano, comunque,  rimane strettamente legato all’export, visto che l’Italia produce il doppio della domanda interna e il consumo pro capite cala di un litro all’anno (ora si attesta fra i 35 e i 37 litri, negli anni Settanta arrivava a 100). Tanto che solo il 14% delle aziende che non esportano continua a crescere, un dato che testmimonia, anche nel settore vitivinicolo, l’abulia della domanda interna. Le aziende italiane che esportano (sono il 70% del campione) raccolgono mediamente fuori dai confini nazionali circa il 37% del proprio fatturato.

Nel settore dei vini sfusi, però, la concorrenza spagnola inizia a farsi minacciosa, ma solo relativamente ai volumi di produzione, visto il Belpaese continua ad esser primo nella crescita tendenziale del valore, che nel 2011 era di 4,4 miliardi di euro e che nei primi sette mesi del 2012 è cresciuto dell’8% su base annua.

È proprio la crescita in valore il dato più attendibile per valutare la capacità di penetrazione dei nostri vini di pregio, che attraggono particolarmente il gusto dei consumatori asiatici sui nuovi mercati emergenti, Cina in primis, che sale al quinto posto assoluto in valore con 1.037 milioni di euro facendo segnare un +71%, superando in un solo anno Giappone, Belgio, Svizzera e Paesi Bassi.

In futuro, le maggiori potenzialità si riscontrano nei nuovi mercati dell’Europa dell’Est e in varie zone del mondo fuori dal nostro continente. Relativamente ai primi, Bulgaria, Slovacchia, Ungheria, Estonia, Lituania, Lettonia rappresentano gli sbocchi più promettenti, mentre fanno ben sperare anche alcuni Paesi sudamericani come Brasile, Argentina e Messico, senza trascurare l’Estremo Oriente dove India, Corea del Sud e Thailandia garantiranno sbocchi commerciali di prim’ordine, grazie a tassi di crescita spesso travolgenti.

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