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Turismo, ristorazione, cultura: sostenere le attività investite dal Green Pass

Italia Viva

Nel nostro Paese si sono arrivati a registrare in questi giorni oltre 200mila contagi, numeri impressionanti, che hanno spinto il Governo Draghi a procedere con una nuova stretta sul green pass. Un passaggio sicuramente necessario ma non per questo indolore, soprattutto per quelle imprese che da poco avevano cominciato un percorso di ripresa. Penso alle attività legate al turismo, alla ristorazione, al mondo della cultura, dei convegni e delle fiere, solo per citare alcuni.

Nel corso delle riunioni di cabina di regia prima e del Consiglio dei ministri poi, Italia Viva ha chiesto che al più presto venga approvato un decreto per il sostegno alle attività in crisi e a quelle interessate dal nuovo decreto green pass. Il governo si è dato 10 giorni di tempo per valutare con attenzione quali siano le categorie che più necessitano di un intervento. Noi vigileremo su tempi e contenuti.

Lo stato di salute della nostra economia è già stato pesantemente compromesso e deve poter continuare il rimbalzo che ha caratterizzato gli ultimi mesi. Quindi bene la stretta sul super green pass e sui vaccini che permetterà alle attività di continuare a lavorare e bene le misure di ristoro e contro il caro bollette per mettere in sicurezza le attività e la cassa covid per proteggere i lavoratori dei settori a rischio. Non possiamo permettere a settori già comprometti di subire un altro contraccolpo che potrebbe essere questa volta quello definitivo.

Il Parlamento, dall’inizio della pandemia ad oggi, ha già approvato numerose misure a supporto di imprese e lavoratori anche autonomi che vanno dalla cassa integrazione ai decreti ristori e sostegni passando per i contributi a fondo perduto fino ai bonus. Adotteremo una politica espansiva fino a quando ce ne sarà bisogno.  

Siamo consapevoli della situazione. Sappiamo che i settori più colpiti, nell’ambito del commercio, ci sono abbigliamento e calzature (-17,1%), ambulanti (-11,8%) e distributori di carburante (-10,1%) mentre nei servizi le maggiori perdite si registrano, invece, per agenzie di viaggio (-21,7%), bar e ristoranti (-14,4%) e trasporti (-14,2%). C’è poi tutta la filiera del tempo libero che fa registrare complessivamente un vero e proprio crollo con la sparizione di un’impresa su tre. Alla perdita di imprese va poi aggiunta anche quella relativa ai lavoratori autonomi.

Il quadro è fragile e pertanto le misure per il contenimento dei contagi devono essere affiancate da politiche di supporto e ristoro. Il tempismo è fondamentale.

°°°L’autrice è senatrice di Italia Viva e segretaria della Commissione Bilancio di Palazzo Madama

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Categories: Economia e Imprese