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Telecom Italia, Cattaneo fa scalpore ma è già alleanza con Canal Plus

È l’estate della rivincita per l’Europa. Il Fondo Monetario certifica la ripresa dell’economia, a partire da quella italiana. E le banche italiane sono oggi considerate un’opportunità, non più un rischio. Perfino la Grecia può tornare sui mercati con buone chances. Cade nel dimenticatoio perfino nella retorica del Front National la questione della fine dell’euro. Intanto la moneta unica gode di ottima salute rispetto al dollaro. In questa cornice s’inquadra il duo braccio di ferro tra Bruxelles ed i grandi dell’economia digitale, l’ultima vera espressione della leadership americana, ammaccata dal conflitto tra il presidente Donald Trump e il Congresso.

I risultati di Alphabet, la casa madre di Google, hanno offerto ieri sera un’immagine eloquente del conflitto tra i Big dell’economia digitale e Bruxelles. Il motore di ricerca ha messo a segno un forte aumento dei ricavi (+21% a 26 miliardi di dollari) e un buon risultato operativo (6,9 miliardi di dollari contro 5,9 miliardi di un anno fa) ma, a causa della multa erogata dall’Unione Europea, l’utile netto è sceso a 3,5 miliardi: -28% , ai minimi dal 2008. Wall Street, dopo la pubblicazione dei risultati a Borsa chiusa, ha punito il titolo con un forte ribasso, attorno al 2,5%. Non pesa tanto l’effetto una tantum della multa (assorbita in un solo trimestre), quanto il fatto che restano in piedi i presupposti che hanno motivato, secondo Bruxelles, la sanzione. Alphabet, infatti, continua a mettere assieme le attività di YouTube, Maps e Android, un trio formidabile che assicura al motore di ricerca, assieme a Facebook, il quasi monopolio della pubblicità nel mondo digitale.

La situazione, insomma, non cambia. E fa prevedere nuovi aspri conflitti su un terreno assai più delicato dei proclami di Trump sull’America First. L’Europa, insomma, si rivela un osso più duro del previsto.  

L’ASIA FRENA IN ATTESA DELLA FED, A WALL STREET SOFFRE LA OLD ECONOMY

Poco mossi i listini asiatici già sintonizzati sull’attesa del vertice della Fed di oggi e domani. La Borsa del Giappone si avvia a chiudere in lieve ribasso, indice Nikkei -0,1%. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen, perde lo 0,3%. Hong Kong sulla parità. Spicca il +1% di Sidney. Piatte le Borse dell’India e della Corea.

Prima della pubblicazione dei conti di Alphabet, il Nasdaq (+0,36%) ha messo a segno un nuovo record assoluto a 6.410,81 punti. In ribasso invece sia il Dow Jones (-0,31%) sia l’S&P 500 (-0,11%).

Poche sorprese dai dati macroeconomici. Meglio delle aspettative l’indice PMI di Markit relativo all’attività industriale, in luglio è salito a 53,2 da 52 di giugno. Appena sotto le stime le vendite di nuove case, in giugno, sono state 5,52 milioni, dai 5,62 milioni di maggio. Hanno pesato sui mercati diversi risultati societari. Perde colpi il colosso Johnson & Johnson (-1,7%) a fronte della concorrenza dei generici su alcuni farmaci.

Halliburton, colosso dei servizi all’industria petrolifera, il titolo perde il 3%, in frenata dal +3% del preborsa. I dati sono superiori alle aspettative, ma nel corso della conference call il ceo Jeffrey Miller ha affermato che ci sono segnali di frenata dell’industria dello shale oil. Stanley Black&Decker perde il 5% dopo i dati del trimestre. Prosegue la discesa di General Electric (-1,2%) scesa sui minimi dall’ottobre del 2015.

ARABIA E RUSSIA FRENANO LA CADUTA DEL GREGGIO

Giornata importante per il petrolio: il primo produttore dell’Opec, l’Arabia Saudita, ha promesso di tagliare le esportazioni per sostenere il riequilibrio dell’offerta e della domanda globale. Il prezzo del greggio ha virato al rialzo, con il Wti a 46,3 euro e il Brent a 48,6 euro. Il ministro saudita dell’Energia, Khalid al-Falih, spalleggiato dalla Russia, ha anche aggiunto che l’accordo sul taglio alla produzione potrebbe essere esteso oltre marzo 2018, se ce ne sarà la necessità. I paesi che aderiscono alla coalizione si sono impegnati a prevedere quote anche per la Nigeria e la Libia.

SAIPEM CHIUDE IL TRIMESTRE IN ROSSO: -110 MILIONI 

A Piazza Affari petroliferi in ordine sparso. Bene Saipem (+1,79%) in attesa dei conti del primo semestre, usciti stamane prima dell’apertura dei mercati. Il semestre si è chiuso in rosso per 110 milioni di euro, di cui -157 milioni nel secondo trimestre, a causa di alcune svalutazioni e oneri da riorganizzazione. A livello adjusted la società di oil services registra un netto semestrale di 92 milioni. A livello di guidance 2017, le stime di ricavi passano da circa 10 miliardi a 9,5 miliardi. Crescita frazionale per Eni (+0,15%); giù Tenaris (-0,51%).

Saras +1,5%. La scorsa settimana il margine di raffinazione è risalito a 5,0 dollari/barile da 4,20 precedente. È il livello più alto da inizio anno. Da gennaio il titolo avanza del 31%, cui va aggiunto il 5% di dividendo staccato in maggio.

MILANO +0,6%. STAMANE FUTURES IN RIALZO

I future sulle borse europee sono in rialzo stamane dello 0,5%. Continua la luna di miele dei mercati nel i titoli del debito pubblico della periferia dell’area euro. Milano +0,59%, indice Ftse Mib a quota 21.237, ha vantato la performance migliore nel Vecchio Continente, beneficiando della revisione al rialzo della stima del Pil da parte dell’Fmi. Il giudizio del Fmi è in parte all’origine della frenata di Londra -1,01%. Arretra anche Francoforte, sotto la pressione delle perdite del settore auto (-0,25%). Positive Parigi (+0,20%) e Madrid (+0,21%).  

BIGLIETTI MENO CARI, SCIVOLA RYANAIR

Ryanair ha accusato un calo del 3,2% a Dublino. Il titolo della compagnia aerea irlandese in calo sulla notizia che le tariffe dei biglietti aerei potrebbero diminuire del 9% nei prossimi mesi. Il calo nel prezzo del petrolio e l’aumento nella capacità degli aerei (soprattutto in Italia, Spagna e Portogallo) sta portando nel mercato compagnie e tratte che non sarebbero redditizie con delle premesse diverse. Stamattina il Cfo Neil Sorahan ha dichiarato che la competitività del settore è in aumento e che Ryanair risponderà con un ribasso dei prezzi.

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, commentando le previsioni del Fondo Monetario Internazionale che ha rivisto al rialzo la crescita dell’Italia, ha detto che “il nostro Paese finalmente mostra numeri interessanti. Cresciamo qualche scalino in più rispetto ad altri, certamente anche perché partiamo da più bassi”.

LO SPREAD SCENDE A 154 PB, BTP IN RIALZO DA SEI GIORNI

Chiusura ancora in rialzo per i Btp, la sesta consecutiva, con lo spread su Bund ai minimi da circa sette mesi e mezzo. Il tasso sul Btp decennale al minimo intraday di 2,03%, il livello più basso di circa un mese. Lo spread Btp/Bund è a sua volta sceso fino a quota 154 pb, minimo dal 19 dicembre dell’anno scorso. Per l’asta di Bot semestrali di giovedì 27 è stata appena comunicata un’offerta di 6,5 miliardi, pari alla cifra di buoni in scadenza.

Oggi il Tesoro annuncerà i dettagli delle aste a medio lungo del 28 luglio, che dovrebbero vedere il lancio del nuovo Btp a cinque anni. Intesa Sanpaolo prevede un’offerta complessiva fino a 10,5 miliardi tra quinquennali, decennali e Ccteu, a fronte di carta in scadenza per oltre 22.

A sostenere il mercato italiano, a detta degli operatori, è anche l’avvicinarsi di una fase “scarica” sul fronte dell’offerta. Il Tesoro ha già annunciato la cancellazione dell’asta a medio lungo di metà agosto e dell’offerta di indicizzati del 28 agosto “in considerazione dell’ampia disponibilità di cassa”.

Intanto già stamane potrebbe arrivare il nuovo titolo di Stato greco, che segnerebbe il ritorno del Paese sul mercato dei capitali dopo tre anni di assenza. Atene prepara un’emissione benchmark a cinque anni, da lanciare insieme a un’offerta di riacquisto cash sul proprio governativo 2019 cedola 4,75% in circolazione al prezzo di 102,6.

EFFETTO GENISH: TELECOM STRINGE L’ALLEANZA CON CANAL PLUS

In vista del Cda sui conti di Tim (+3,8%), Bernstein ha confermato sul titolo la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 1,1 euro, spiegando che “Telecom Italia è molto più che una storia di governance”. Ma nell’attesa dei risultati ieri l’attenzione del mercato si è ovviamente concentrata sull’uscita, anzi la buonuscita, dell’ad Flavio Cattaneo. Ieri sera Tim ha annunciato che il Cda ha votato a maggioranza l’accordo con il manager: Flavio Cattaneo dalla carica di amministratore delegato che prevede l’erogazione al manager, alla cessazione del rapporto, dell’ammontare lordo di 22,9 milioni di euro più 2,1 milioni a fronte del patto di non concorrenza. Il Cda ha dato avvio al piano di successione che “sarà oggetto di ulteriori determinazioni nella riunione già convocata per il 27 luglio”. Tim ha sostenuto che l’uscita di Cattaneo è legata “alla presa d’atto degli importanti risultati raggiunti in anticipo rispetto al piano che consentono di iniziare una nuova fase”. In realtà, il consiglio si è spaccato: contro l’uscita (e la buonuscita milionaria) si sono schierati i consiglieri indipendenti ed il collegio sindacale.

In ogni caso Telecom Italia si accinge a sostituire Cattaneo con il manager israeliano Amos Genish. Nel frattempo la società ha di fatto congelato il progetto Cassiopea, cioè gli investimenti per la realizzazione di una rete a banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato, dove sta operando la società pubblica Infratel. Ancor più significativo l’avvio dell’integrazione dell’offerta commerciale dei prodotti di Tim e di Canal +, la pay tv di Vivendi.

BANCHE ITALIANE, GLI ANALISTI VEDONO ROSA

Piovono giudizi positivi sul comparto del credito. Gli analisti di Mediobanca Securities, in un report sul settore bancario italiano, si sono detti “costruttivi” sul comparto. Gli esperti si aspettano che i risultati del secondo trimestre 2017 mostrino “dei trend simili” a quelli dei primi tre mesi dell’anno, “con le grandi banche” che dovrebbero mostrare uno slancio maggiore. La casa d’affari ha spiegato che la propria visione positiva va oltre i conti trimestrali e si basa sulle valutazioni “interessanti” delle banche italiane, sia in termini assoluti sia in termini relativi (rispetto cioè ai concorrenti europei).

Anche Morgan Stanley si aspetta per il secondo trimestre un buon set di risultati per le banche italiane grazie soprattutto alla crescita delle commissioni. La banca d’affari preferisce Intesa+0,4% e Mediobanca+0,4% quali titoli ‘top picks’. Tra i bancari balza Ubi in rialzo del 4,5% con un rally che consente al titolo di recuperare le recenti perdite: la trimestrale sarà pubblicata la prossima settimana. Forti anche Banco Bpm (+2,88%) e Creval (+3,5%). In controtendenza al settore che vede l’indice in rialzo dell’1,1% circa, Bper Banca soffre per il downgrade di Kepler Cheuvreux e cede lo 0,68%, mentre Carige perde lo 0,4%.

Nel gestito continua a salire Banca Generali (+2,2%). In crescita Azimut (+1,27%): per la prima volta dall’accelerated book building del maggio 2015, la partecipazione di Timone Fiduciaria nella società ha superato la soglia del 15% del capitale.

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STOP ALL’AUTO TEDESCA. FERRARI ACCELERA

In forte flessione in Europa il comparto automotive: -2%, sui minimi dell’anno sull’onda della notizia dell’esistenza di un cartello tra i grandi produttori tedeschi di autovetture: Daimler -3%, Bmw -2,7%, Volkswagen -1,5%.

Dopo un avvio di giornata difficile, Fiat Chrysler (-0,1%) ha recuperato le perdite iniziali. Continua invece la marcia trionfale di Ferrari (+2,1%) del tutto estranea alle traversie del Dieselgate.

LUXOTTICA TORNA A VOLARE NONOSTANTE IL DOLLARO

Luxottica +1,4% prima della pubblicazione dei risultati a Borsa chiusa .Il gruppo ha messo a segno nel primo semestre un utile netto di 562 milioni di euro (+18,1%) su un fatturato di 4,9 miliardi di euro, in crescita del 4,2%. Il risultato operativo ha totalizzato 868 milioni (+10,1%). Nel semestre la generazione di cassa si è attestata al livello record di 535 milioni. In Nord America il fatturato è salito dell’1,9% nel semestre (-1% a cambi costanti) a 2,79 miliardi di euro, con un ritorno alla crescita nel secondo trimestre (+2,7% a cambi correnti e +0,4% a cambi costanti a 1,42 miliardi). L’Europa si e’ confermata motore di crescita del gruppo’, con un fatturato in aumento del 13% a cambi correnti a 2,2 miliardi (+14,9% a cambi costanti).

CAMPARI FA CASSA: 165 MILIONI DALLA CESSIONE DI DUE MARCHI

Campari ha effettuato la più rilevante cessione di marchi della sua storia vendendo per 165milioni Carolans e Irish Mist, In questo modo il gruppo accelera la riduzione dell’indebitamento dopo le ultime acquisizioni.

Enel ha chiuso la giornata a 4,86 euro. Ma la perfomance negativa (-1%) è legata allo stacco del saldo dividendo di 9 centesimi: al netto di questo elemento il risultato è +0,8 %. Positive le altre utilities: Snam +1%, Italgas +0,3%.

Immsi +1% dopo i conti Intermarine. Stefanel +3,5% dopo il nuovo accordo di ristrutturazione del debito con le banche. Txt E- Solutions +3,8% dopo la cessione delle attività retail.

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