X

Statali: pensionati più dei dipendenti dal 2021

Foto di Maria-Bernadette Inkmann da Pixabay

Nel mondo dei dipendenti pubblici sta per avvenire un sorpasso storico: nonostante lo sblocco del turnover, l’equilibrio fra ingressi e uscite non è ancora stato raggiunto e dal 2021 lo Stato pagherà più pensioni che stipendi. Ad oggi, i pensionati sono 3 milioni, mentre i lavoratori statali 3,2 milioni (in termini assoluti, il 59% in meno dei francesi, il 65% degli inglesi e il 70% dei tedeschi). Ma le uscite sono destinate ad aumentare: 540mila dipendenti hanno già compiuto 62 anni di età (il 16,9% del totale), mentre 198mila hanno maturato 38 anni di anzianità. I dati sono contenuti in una ricerca sul lavoro pubblico presentata in apertura di “Forum Pa 2020 – Resilienza digitale”, manifestazione dedicata all’innovazione e alla trasformazione digitale.

Dall’analisi, emerge che questa tendenza va ricondotta a diverse cause:

  • quota 100, che incentiva alla pensione anticipata (90mila domande nel 2019, 83mila stimate nel 2020);
  • scarsità di grandi concorsi nel 2019 per l’assunzione di nuovo personale nella Pubblica amministrazione;
  • procedure di selezione ancora lente, in attesa dell’applicazione delle nuove norme del Decreto Rilancio.

L’ETÀ MEDIA DEI DIPENDENTI PUBBLICI

Ad oggi, in media, l’età dei dipendenti pubblici italiani è particolarmente elevata: ben 50,7 anni, che salgono addirittura a 54,3 nei ministeri. E la tendenza va verso l’aumento: il 16,9% dei dipendenti è over 60 e appena il 2,9% under-30. Si tratta di dati spesso sottovalutati quando si parla di “digitalizzazione della Pa” (uno degli obiettivi primari più citati dal governo): la maggior parte dei dipendenti pubblici non è nativa digitale e quindi per ragioni anagrafiche ha meno dimestichezza con l’informatica.

GLI INVESTIMENTI IN FORMAZIONE

Peraltro, il problema è aggravato da una formazione gravemente insufficiente: gli investimenti in questo campo si sono dimezzati negli ultimi 10 anni,  passando dai 262 milioni di euro del 2008 ai 154 milioni del 2018: 48 euro per dipendente, che consentono di offrire in media un solo giorno di formazione l’anno a persona.

LO SMART WORKING NELLA PA

D’altro canto, una spinta all’utilizzo degli strumenti digitali è arrivata proprio dalla pandemia di Covid-19, che ha obbligato milioni di statali a lavorare da casa. Sempre secondo la ricerca, con lo smart working si sono ridotti costi e sprechi nella Pa: durante il lockdown il tempo dedicato agli spostamenti si è ridotto di 135 milioni di ore, che equivalgono a un taglio di 400 milioni di euro di costi carburante e di 127mila tonnellate di CO2, oltre al 30% di costi in meno a carico della PA tra consumi energetici, gestione delle mense e pulizie dei locali. Se, come indicato dal Ministro della PA Dadone, si riuscirà a raggiungere l’obiettivo di almeno il 40% di dipendenti in smart working per 2-3 giorni alla settimana, si potrebbero risparmiare 128 milioni di ore di spostamenti, 121mila tonnellate di CO2 nell’atmosfera, 384 milioni di euro di carburante e oltre 1 miliardo di km l’anno.

Related Post
Categories: News