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Sos Whirpool: vendite, fatturato e utili in netto calo mentre monta la pressione sindacale

Imagoeconomica

Sui tavoli del prossimo governo non ci sarà soltanto il bollente dossier energia ma anche quello, trascurato, di una delle prime industrie manifatture italiane, che era anzi la prima al mondo nemmeno tanti anni fa, e cioè quella degli apparecchi domestici e professionali e dei relativi distretti. Con una serie di aggiornamenti non positivi.

Cominciamo dalla incombente vertenza della Whirlpool: prima la mancata partecipazione al tavolo di crisi indetto per il 28 settembre al Mise dal Ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e del Ministro del Lavoro Andrea Orlando, duramente stigmatizzato dai ministri. Poi, in contemporanea, le dure reazioni delle segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm che hanno dichiarato lo stato di agitazione nazionale. E proprio in questi giorni sono aumentati in tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo gli scioperi, con altissime adesioni e numerose nuove mobilitazioni destinate anche a sollecitare la solidarietà delle amministrazioni locali e centrali.

Le iniziative dei sindacati a sostegno della vertenza Whirlpool

A Cassinetta (Va) dall’8 ottobre le RSU di Varese hanno dato il via anche a iniziative che culmineranno in un corteo il 10 ottobre per sollecitare la solidarietà dei sindaci di Biandronno e Ternate (dove si trova Cassinetta) e di tutta la provincia lombarda. Dove, tra l’altro, la Lega è molto forte, ma assente come lo è da sempre la Regione Lombardia a trazione leghista. A seguire, infatti, la vicenda da diverso tempo si è distinta l’amministrazione della città di Varese insieme ad altre amministrazioni di centrosinistra, e con minori partecipazioni da parte di altre amministrazioni.

Qui il primo distretto europeo del settore. “Queste istituzioni – dichiarano a FIRSTonline le RSU dell’azienda – dovranno prendere atto finalmente che qui in questa provincia si trovano le migliaia di famiglie dei dipendenti della multinazionale e le diverse centinaia di famiglie degli addetti delle PMI che costituiscono il primo distretto europeo della filiera dei fornitori del settore elettrodomestici e auto, con aziende della plastica, della meccanica, della chimica e dell’elettronica”. Si tratta, per la prima volta, di una mobilitazione nazionale che riguarda – come hanno sottolineato le RSU – il futuro stesso dell’intera manifattura nazionale del comparto che tra indotti (numerosi e in comune con l’industria dell’auto) e apparecchi domestici e professionali, vale ben oltre i 14 miliardi di euro “ufficiali”.

Anche dagli Usa brutte notizie

A preoccupare lavoratori e sindacati sono le notizie molto recenti, sulle vendite a livello mondiale del settore degli elettrodomestici dei primi mesi dell’anno e le previsioni di chiusura, comprese quelle già espresse dalla Whirlpool in aprile e poi confermate di recente in forma non ufficiale. Tutte negative. Le ultimissime rilevazioni di ottobre di GFK, indicano che nel primo semestre le vendite sono scese a livello mondiale del 5,5% sullo stesso periodo del 2021 ma con un calo doppio rispetto a quello del primo trimestre dell’anno corrente.

In Europa sono scese del 7%, in Cina addirittura del 9%. Negli Stati Uniti le consegne ai negozi sono diminuite sia nel primo trimestre che anche nei mesi successivi e le corporation temono di chiudere l’anno con risultati non positivi. Quindi è cominciata la corsa ai tagli (per salvare i dividendi). “Stiamo azzerando i costi – ha dichiarato di recente al Wall Street Journal il Chief Financial Officer Jim Peters di Whirlpool – interrompendo o rallentando in modo significativo le nostre assunzioni. La società intende rivedere il proprio portafoglio”.

La Corporation ha infatti ridotto le sue prospettive di profitto per l’anno con una previsione per l’utile dell’intero anno compreso tra i 9,50 e i 11,50 dollari per azione, in calo dai 24 a 26 dollari per azione previsto ad aprile. Il fatturato è previsto a quota 20,7 miliardi circa, in calo del 6% rispetto alle stime precedenti. Quanto a Electrolux, rivale di US Whirlpool, ha abbassato le sue prospettive di mercato per l’intero anno per il Nord America e non soltanto per l’Europa.

Applia-Confindustria, la grande assente

Su queste e altre vertenze stanno pesando molte, troppe assenze come quella dell’associazione che riunisce, in seno a Confindustria, le aziende del settore della tecnologia domestica e professionale, e cioè Applia Italia. Di solito invitata e presente, in passato, quando si trattavano vertenze di importanza strategica come quella attuale.  “Forse una convocazione di Applia Italia sarebbe stata utile – ha commentato Antonio Guerrini, a lungo direttore generale dell’associazione –. I Ministri avrebbero ottenuto un doppio scopo: avere la disponibilità dell’associazione e anche di Whirlpool, visto che le due cariche di vertice sono detenute dalla stessa persona, Paolo Lioy è anche Ad di Whirlpool Italia e Spagna ma anche vicepresidente di Whirlpool Corporation. Capisco le difficoltà del ministro Giorgetti, con un Governo in chiusura siamo di fatto in vacatio di poteri. Whirlpool non è ordinaria amministrazione e al MISE tutti ne sono consci.”

Regione Lombardia, altra assenza pesante

Altrettanto pesante un’altra assenza, quella, come già anticipato in apertura, dei vertici leghisti della Lombardia (e il presidente Attilio Fontana è di Varese) a fronte invece di un costante interessamento e intervento presso il governo, del Presidente delle Marche, Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia. “Un intervento della Regione Lombardia che dispone di tutti gli strumenti legislativi, finanziari e di moral suasion sulle imprese che danno lavoro a migliaia di persone sul suo territorio è dovuto – afferma Guerrini –. Non dimentichi chi gestisce per mandato degli elettori la prima regione d’Italia che le elezioni di rinnovo sono vicine e la gente ricorda una mancanza di attenzione e di interventi necessari come questa”.

Occhio ai tempi: sono decisivi

Le mobilitazioni proseguiranno – assicurano le segreterie nazionali Fim, Fiom e Uilm – nelle forme che deciderà il coordinamento sindacale nazionale, fino a che Whirlpool non avrà accettato un confronto reale e trasparente. Ma quando? La prima scadenza è il 21 ottobre quando saranno resi noti i risultati della terza trimestrale, e Marc Bitzer, presidente e CEO della Corporation potrebbe prendere tempo. Perché, come ha rivelato FIRSTonline, dallo scorso aprile, non appena erano arrivati i risultati in netto calo delle vendite, Whirlpool aveva dato mandato di vendita di tutte le sue attività produttive, di ricerca e commerciali nell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) al vicepresidente esecutivo e presidente della società Whirlpool Emea, Gilles Morel con un accordo firmato il 17 agosto 2022. L’accordo, che prevede un bonus di ben 3 milioni di euro per Morel in caso di chiusura dell’operazione, deve essere tassativamente concluso entro e non oltre il 30 giugno 2024.

Cala il pesante giudizio negativo degli analisti Swot

Nel frattempo, i pesanti cali dei fatturati dovuti alle numerose dismissioni in Asia, Africa e Europa avranno non pochi effetti sulle quotazioni e non è detto che chiudere o vendere siti significhi automaticamente migliorare i margini, la competitività e l’innovazione. E invece è proprio ciò che una recente analisi SWOT (le SWOT servono a valutare i punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce di un’azienda), indica come prioritari per la Whirlpool per resistere sullo scenario mondiale. E sulla dichiarata intenzione – da parte di Bitzer – di concentrarsi soprattutto sul Nord America e l’India, cala il pesante giudizio negativo degli analisti SWOT.

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Categories: Economia e Imprese