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SOS per il Mosciolo selvatico di Portonovo: è a rischio di estinzione, Slow Food chiede al ministero di bloccare la pesca

Sloowfood Italia

Ci sono le cozze, saporite, squisite, appetitose, che lungo tutto l’arco della penisola dominano sulle tavole estive dei ristoranti e delle famiglie italiane. E poi c’è il Mosciolo selvatico di Portonovo, un mitile dal frutto con una consistenza carnosa unica, che racchiude una combinazione straordinaria di aromi dovuta alle microalghe che si sviluppano nello specchio di mare della riviera del Conero  che nasce spontaneamente aggrappato proprio alle rocce del Conero. Niente allevamento quindi, niente miticoltura ma solo natura e pura natura da tempi immemorabili quando la pesca era effettuata con barche a remi, le batane, e con un attrezzo per strappare i moscioli dagli scogli simile a un forcone. I contadini e i pescatori della zona usano aprirli a fuoco vivo e mangiarli al naturale per apprezzarne al massimo il suo sapore particolare. Ma a Portonovo si cucinano anche con la scorza del limone, il prezzemolo e l’aglio o anche con molliche di pane aromatizzate da un trito di prezzemolo e olio extravergine d’oliva.

Nasce spontaneamente aggrappato alle rocce, ha un sapore e una consistenza straordinari

Purtroppo il numero di esemplari di questo mitile, riconosciuto Presidio Slow Food nel 2004, è in costante calo già da alcune stagioni, a causa dell’aumento delle temperature, dell’elevata presenza di mucillagine e dell’eccessivo sfruttamento, poiché pescato anche in modo illegale e da moltissimi privati laddove solo un pugno di imbarcazioni sono autorizzate alle sua pesca in quantità contingentate che variano dai cinque ai dieci quintali al giorno per imbarcazione, condizioni meteo permettendo. Gli anni scorsi il periodo della pesca si è chiuso in anticipo. Quest’anno, l’apertura è stata posticipata di oltre un mese, dal 15 maggio al primo luglio. Ma non basta: serve, come evidenziato dalla comunità scientifica che da mesi monitora la situazione nella baia di Portonovo, uno stop più lungo, per dar tempo ai mitili di riprodursi e alle popolazioni di crescere di numero.

Per questo motivo, Slow Food Italia ha inviato al ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste una richiesta di chiusura ufficiale della pesca del mosciolo selvatico di Portonovo e di ristori economici per i pescatori professionali.

Sospeso anche il Presidio del pregiato mitile per salvaguardarne il futuro

Contestualmente, Slow Food Italia, d’accordo con la sua rete locale che segue da anni il progetto di valorizzazione del mosciolo, ha deciso di sospendere il Presidio Slow Food fino a quando non si sarà verificata una reale ripresa della specie. «Abbiamo avviato il Presidio anni fa con l’obiettivo di ridare un futuro produttivo a una risorsa di grande valore, poco conosciuta al di fuori del contesto locale. Oggi dobbiamo prendere atto che pescarla e consumarla vorrebbe dire il contrario, cioè, perderla del tutto. È necessaria quindi un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, pescatori, privati, ristoranti locali compresi, e – solo per quest’anno, speriamo – evitare di pescare i moscioli selvatici, per sperare di rivederli in futuro. Occorre però nel frattempo sostenere la ricerca e i pescatori, con i necessari ristori, e attendere la ripresa di questa risorsa. L’obiettivo è ovviamente riaprire il Presidio in futuro» spiega Raffaella Ponzio, responsabile del progetto Presìdi Slow Food in Italia.

«Con la sospensione del Presidio vogliamo lanciare l’allarme, in maniera decisiva, sperando di scuotere le coscienze della cittadinanza e le decisioni politiche, sulla crisi che sta vivendo il mitile del Conero, nonché trasmettere con chiarezza quali sono i valori della nostra associazione: salvaguardare la biodiversità significa tutelare e cercare di garantire un futuro al mosciolo selvatico e, di conseguenza, all’attività di pesca ad esso collegata» aggiunge Edoardo Baleani, fiduciario della Condotta Slow Food Ancona e Conero. «Dallo scorso dicembre ci stiamo battendo per evidenziare alle autorità competenti che l’unica soluzione a breve termine per la crisi del mosciolo è la chiusura completa della pesca per la stagione 2025, spingendo parallelamente sulla richiesta dei ristori per i pescatori danneggiati da questa situazione».

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