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Scandalo Ligresti: nel 2011 31 milioni nelle tasche di cda e manager malgrado la crisi

Scatto in Borsa nella mattinata per Fondiaria che sale fino al 5,99% per poi raffreddarsi a +1,45% e per Unipol a +6,5% per poi rallentare a +1,74%, all’indomani del primo giorno d’efficacia del raggruppamento azioni (1 a 100). Nelle prossime settimane Unipol e Fonsai stringeranno sul nodo concambi verso un’integrazione che si spera possa portare Fondiaria Sai fuori dalle secche e creare il primo operatore sul mercato dei danni. Il giro di boa sui concambi non si presenta comunque come uno snodo “tecnico” di facile risoluzione alla luce della valutazione operata dai consulenti di Premafin sul valore da attribuire alla partecipazione in Fonsai, 3,95 euro per azione. Valori che ha a chi deve mettere soldi freschi per salvare Fonsai sembrano probabilmente troppo alti. Intanto oggi Alberto Nagel e Renato Pagliaro, ade presidente di Mediobanca alla regia del salvataggio Fonsai, sono in visita a Unicredit, socio e maggior creditore della compagnia del gruppo Ligresti.

Ma più che il futuro di Fonsai, in questi giorni tiene banco il passato di una vicenda che diventa sempre più “triste” man mano che emergono dettagli.

1) A quanto afferma il collegio sindacale di Fonsai, già dallo scorso anno l’Isvap era a conoscenza delle maxi-consulenze e delle operazioni immobiliari tra Fondiaria Sai e la famiglia Ligresti denunciate lo scorso ottobre dal Amber e finite nel mirino della magistratura. Si legge nella relazione: il collegio sindacale “ha reso noti gli esiti dell’attività di indagine” svolta in seguito alla denuncia del fondo Amber “anche agli istituti di vigilanza Consob e Isvap, alla quale ultima peraltro erano già noti i medesimi fatti, avendoli rilevati in occasione di un accertamento ispettivo conclusosi lo scorso anno”. Questo accertamento era stato avviato dall’Isvap nell’ottobre 2010 e si era chiuso nel maggio 2011 con la richiesta di “fornire chiarimenti e adeguate giustificazioni”. La questione con l’autorità di vigilanza si è chiusa nell’agosto 2011 quando Fonsai ha rivisto la sua governance, rafforzando i presidi sulle operazioni tra parti correlate, e condiviso l’interesse di Fonsai alle operazioni con parti correlate oggetto degli accertamenti. In realtà il pm Luigi Orsi, che oggi riprende gli interrogatori, sospetta che le operazioni immobiliari e le maxi-consulenze abbiano depauperato il gruppo assicurativo e venerdì scorso ha sentito come persona informata dei fatti anche il vice direttore generale dell’Isvap, Flavia Mazzarella. Il che ha lasciato pensare a dubbi sull’azione di vigilanza dell’Isvap.

2) Nel 2011, non si è arrestato il fiume di denaro che si è riversato nelle tasche di amministratori e consulenti. Nonostante una perdita 2010 di circa un miliardo (così come nel 2011: malgrado si fosse promesso un utile di 50 milioni), una ricapitalizzazione già effettuata e una nuova necessaria e la promessa di un anno fa per stipendi in linea con il settore e meno operazioni con parti correlate. I compensi corrisposti nel 2011 al cda e ai dirigenti strategici ammontano a quasi 31 milioni di euro. L’elenco è lungo. Queste alcune delle cifre più significative: 5,5 milioni per i tre figli di Salvatore Ligresti (2,51 alla presidente Jonella, 2,14 al vicepresidente Paolo e 837mila all’ex vice presidente Giulia, che somma anche il compenso da presidente Premafin); ben 11,4 milioni di euro all’ex amministratore delegato Fausto Marchionni, di cui 10,5 milioni come buonuscita; 2,2 milioni per il vicepresidente Antonio Talarico e 2,26 per l’amministratore delegato e direttore generale Emanuele Erbetta; 1,907 milioni di cui 1,85 milioni di consulenze professionali per il consigliere e avvocato Carlo d’Urso; 1,15 milioni per il vicepresidente Massimo Pini. E ancora: Fonsai ha pagato 200 mila euro all’avvocato Barbara De Marchi, moglie di Paolo Ligresti, e 320 mila euro a Gilli per servizi di marketing e acquisto omaggistica. Ci sono poi anche le consulenza legali ai La Russa, Vincenzo e Geronimo, rispettivamente fratello e figlio di Ignazio, che ammontano a 670 mila euro. ”La collaborazione professionale degli studi legali La Russa con Sai è iniziata assai prima che in Sai entrasse il Gruppo Ligresti e che dura quindi continuativamente ormai da circa 40 anni. Circostanze significativa e forse risolutiva della questione”, ha ribattuto al riguardo Ignazio La Russa.

3) Il 26 marzo il fondo Amber ha mandato una nuova lettera sollecitando “un tempestivo completamento” da parte del collegio sindacale e del Cda delle attività di approfondimento contenute nella denuncia dello scorso ottobre. Secondo Amber bisogna controllare gli impatti che le irregolarità riscontrate possono aver avuto sulla correttezza dell’informazione finanziaria fatta da Fonsai come i bilanci e il prospetto dell’ultimo aumento di capitale. Inoltre per il fondo alcuni dei fatti denunciati non sarebbero stati presentati nella relazione dei sindaci all’assemblea dello scorso 19 marzo. Il collegio sindacale di Fondiaria Sai ha risposto che gli approfondimenti sono in corso e che nella prossima assemblea “verrà dato conto degli esiti a quella data”.

4) Adusbef è scesa in campo ieri con nuovi esposti-denunce dopo quelle dello scorso gennaio. L’associazione dei consumatori punta il dito sull’omessa vigilanza di Isvap e Consob, il conflitto di interessi di Maurizio Dallocchio, consulente di Premafin nella valutazione del valore delle azioni della compagnia e anche presidente di Citylife, partecipata fino all’estate scorsa dal gruppo Ligresti, ed è stato amministratore di Banca Sai.

5) Per concludere, i membri del board che fino a ieri ha comandato su tutto questo, rimarranno probabilmente al loro posto. Ieri è stata resa nota la lista per il nuovo consiglio: amministratori tutti confermati con la sola eccezione di D’Urso e Marchionni. Jonella Ligresti per ora resta candidata alla presidenza. Altro che passo indietro.

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