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Rio de Janeiro sarà una “smart city con molto Made in Italy”: parla Moliterni (Leonardo Brasil)

Ufficio stampa di Leonardo

“La tecnologia di Leonardo contribuirà a fare di Rio de Janeiro la prima smart city del Sudamerica”. Così il presidente di Leonardo Brasil, Francesco Moliterni, ha commentato con FIRSTonline il recente accordo firmato con lo Stato di Rio e con altre due grandi aziende italiane come Enel e Tim, “per progettare quella che io preferisco chiamare città intelligente e resiliente”. Ma non solo: “Il potenziale di Leonardo in Brasile e in tutta l’America Latina è enorme: offrendo ‘pacchetti completi’ possiamo diventare leader tecnologici nel settore civile, penso soprattutto alla prevenzione contro i disastri ambientali e all’ottimizzazione dell’agribusiness”.

Presidente, come opera Leonardo in Sudamerica?

“Siamo basati a Brasília ma abbiamo uffici in Argentina, Cile, Perù, Colombia e stiamo per sbarcare anche in Messico, che è un Paese molto strategico. La maggior parte dell’attività si concentra in Brasile, dove abbiamo un centro per la manutenzione degli elicotteri ad Itapevi (San Paolo), che sarà anche un centro servizi per la compagnia aerea Latam con un investimento da 10 milioni, e siamo molto presenti a Rio nell’oil&gas. Al momento quello che vendiamo qui lo produciamo in USA e Italia, ma la tendenza sarà di aprire un polo produttivo in Sudamerica”.

Il business degli elicotteri in Brasile è in una fase importante, con liste d’attesa di quasi due anni per la clientela Vip. È il segno che si sta uscendo dalla pandemia?

“Come in altri Paesi, anche in Brasile la crisi ha ulteriormente polarizzato la ricchezza, e quello del lusso è il primo mercato a ripartire: qui non c’è una classe media e dopo anni di incertezza i super ricchi vogliono coccolarsi. Questo spiega il boom di ordini di elicotteri (in Brasile ne abbiamo complessivamente oltre 200), che sono mezzi ultra personalizzati del valore di milioni di euro, ma lo vedo anche dal mercato immobiliare di alta gamma in una città come Rio, dove in questa fase si acquista à la carte. L’identikit dell’acquirente è l’imprenditore dell’agrobusiness, che è la categoria più facoltosa qui e lo è diventata sempre di più con la pandemia”.

Tuttavia, quest’anno in Brasile ci sono le elezioni e qualche turbolenza potrebbe arrivare. Lei come valuta la situazione?

“Non abbiamo avvisaglie di tensioni, anzi per quanto ci riguarda il business procede bene anche grazie alla collaborazione con le realtà locali, che sono quelle con cui abbiamo più a che fare e che non vanno al voto. Inoltre, l’euro si sta indebolendo sul real (da novembre 2021 ha perso quasi un 10%, ndr) e questo avvantaggia chi, come noi, vende in euro”.

Sono in crescita solo gli ordini degli elicotteri commerciali?

“No, anzi il settore principale rimane quello dell’oil&gas, per il quale forniamo oltre 70 mezzi: lavoriamo indirettamente con compagnie petrolifere come Petrobras, che ha scelto i nostri modelli come riferimento per il servizio aerotaxi che collega le piattaforme offshore. E siamo presenti anche nel militare, con la marina militare, ma ancora possiamo crescere molto con forze di polizia e i vigili del fuoco. Mi lasci però dire che Leonardo non è solo elicotteri ma offre sistemi tecnologici complessivi nelle 5 dimensioni: terra, aria, acqua, spazio e cyberspazio. Quindi sistemi satellitari, cyber security, aerei, droni, protezione informatica. Lo stesso elicottero non è più concepito come un semplice mezzo di trasporto: quello usato per l’elisoccorso, ad esempio, sarà sempre di più un ospedale mobile, grazie alla telemedicina sulla quale anche investiamo molto. Il nostro obiettivo è crescere, anche unendo le competenze e sviluppando nuovi prodotti con accordi locali”.

C’è dunque l’ipotesi di acquisizioni in Brasile o in America Latina?

“Perché no. La priorità però è rafforzare le partnership con le industrie strategiche. Ad esempio, come è già successo nella Difesa: il caccia AMX brasiliano, che è un motivo di orgoglio del Paese, fu progettato anche grazie al know how italiano di Alenia. Noi qui siamo presenti con Leonardo e Telespazio: abbiamo circa 200 dipendenti e sono quasi tutti brasiliani, a dimostrazione della strategia di valorizzare le competenze locali, che non mancano”.

A proposito di Telespazio, quale è il vostro ruolo in Brasile nel settore aerospaziale?

“Telespazio realizzerà per OneWeb una nuova gateway satellitare presso il teleporto di Maricà, in Brasile che sarà operativa per l’intera America Latina entro la fine dell’anno, quando la costellazione OneWeb inizierà a fornire con la sua rete un servizio globale”.

Recentemente avete firmato un accordo con lo stato di Rio per la smart city. Sono coinvolte anche Tim e Enel: cosa arriverà da questo mix di eccellenze italiane?

“Leonardo si occuperà soprattutto di sistemi satellitari, di sicurezza, di fleet management nella mobilità, con un sistema già sperimentato per la prima volta a Buenos Aires. Enel X si occuperà soprattutto di mobilità sostenibile, mentre Tim è tra le altre cose nella partita del 5G quindi internet of things. Siamo coinvolti anche nella cultura: Rio sta importando, tramite un accordo con il nostro ministero della Cultura, un modello tecnologico per tutelare il patrimonio archeologico e ambientale”.

A proposito di ambiente, negli ultimi mesi il Brasile ha subito diversi eventi catastrofici dovuti alle piogge anomale che hanno causato in vari stati alluvioni, frane, smottamenti. Leonardo può avere un ruolo nella lotta ai cambiamenti climatici?

“Assolutamente sì, noi abbiamo la tecnologia per prevenire questi fenomeni, attraverso sistemi di monitoraggio satellitari e soprattutto uno standard di comunicazione univoco, che renda più sicuro e veloce il lavoro di chi deve intervenire. C’è un margine di coinvolgimento ampissimo. Ad esempio, in Brasile non abbiamo venduto ancora nemmeno un drone, che invece può essere fondamentale per la protezione di infrastrutture come le dighe (ma penso anche all’oil&gas), per le operazioni di polizia e per la stessa città intelligente”.

Per risolvere il problema del traffico e per le consegne, ad esempio.

“Esatto. Il Brasile è un Paese di oltre 220 milioni di abitanti, con alcune città che sono enormi. Sulle consegne di pacchi Leonardo ci sta lavorando a livello centrale, da Roma. Presto ci saranno novità anche qui”.

Sarete anche in grado di contribuire alla crescita economica del Brasile e del Sudamerica?

“Sì, le faccio un esempio. In Perù e Messico abbiamo già venduto il nostro aereo di ultima generazione C27J, un gioiello che nasce con funzioni militari ma si adatta a qualsiasi operazione di Protezione Civile, compreso atterrare su piste sterrate e semi-preparate. Viene già impiegato in un’ampia gamma di contesti operativi difficili, dal trasporto militare all’assistenza umanitaria, per non parlare dell’impiego che ne è stato fatto durante l’emergenza Covid. Un vero e proprio velivolo per le emergenze, che però in Brasile può essere usato anche nell’industria agroalimentare (che rappresenta oltre un quarto del Pil, ndr): molti allevamenti si trovano in zone remote, a ridosso della foresta amazzonica e ci vogliono giorni e settimane per trasportare la carne nel resto del Paese e all’estero, per non parlare dei costi da sostenere per garantire la catena del freddo. Con il C27J anche queste zone sarebbero raggiungibili in volo”.

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Categories: Economia e Imprese