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Riforme: cambiano le regole per il Colle. Oggi il voto in Commissione

Il voto finale sul pacchetto di riforme costituzionali, che contiene la rivoluzione del Senato, arriva oggi in Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, per poi approdare in Aula alle 16.30. La commissione, dunque, dovrà terminare l’esame del testo prima di quell’ora. La discussione sul ddl proseguirà in Senato lunedì 14 luglio dalle ore 11 alle 22, senza interruzione, fino a giovedì 17 luglio. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 13 di martedì 15 luglio. 

Intanto, i relatori Finocchiaro e Roberto Calderoli) hanno presentato in Commissione l’emendamento che recepisce l’accordo fra maggioranza e Forza Italia sulla scia del patto del Nazareno. Le principali novità sul Senato sono quattro:

1) Il testo prevede che i senatori non vengano eletti dai cittadini, ma dai Consigli regionali, che dovranno eleggerli fra i propri componenti e fra i sindaci del territorio (ma ogni Consiglio non potrà eleggere più di un sindaco).

2) I seggi del nuovo Senato saranno attribuiti “con sistema proporzionale sulla base dei criteri stabiliti con legge costituzionale, tenuto conto della composizione di ciascun consiglio regionale”, si legge nell’emendamento.

3) Inoltre, “nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a due; ciascuna delle Province autonome di Trento e di Bolzano ne ha due”.

4) I componenti del nuovo Senato saranno in tutto 100, di cui 95 scelti dalla Regioni e 5 nominati dal Presidente della Repubblica.

Non solo. La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato un emendamento alle riforme presentato da Miguel Gotor (Pd) che modifica il quorum necessario ad eleggere il presidente della Repubblica, spostando dal quarto al nono lo scrutinio nel quale è sufficiente la maggioranza assoluta. Attualmente l’articolo 83 della Costituzione richiede il quorum dei due terzi nei primi tre scrutini, che diventa alla quarta votazione maggioranza assoluta. L’emendamento approvato prevede invece il quorum dei due terzi nei primi quattro scrutini, che scende ai tre quinti nei successivi quattro, e si abbassa dalla nona votazione alla maggioranza assoluta dei “grandi elettori”. Spariscono dalla platea degli elettori i delegati regionali.

La commissione ha bocciato, invece, gli emendamenti alle riforme che tagliavano il numero dei deputati.

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Categories: Politica