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Rc Auto e frodi, lo strano caso del Trentino Alto Adige

C’è una nota stonata nel coro italiano dell’Rc auto. Il Trentino Alto Adige. Quando si parla di assicurazioni sui veicoli, il quadro generale dal nostro Paese non regala notizie-shock: al Nord si verifica circa la metà dei sinistri denunciati, eppure la maggior parte dei raggiri avviene al Sud. Lo schema sembra confermare stereotipi e luoghi comuni italici, ma trova una clamorosa smentita nella più ricca e germanofona delle regioni a statuto speciale. 

L’Associazione italiana fra le imprese assicuratrici ha calcolato per ogni zona d’Italia la percentuale dei sinistri a rischio frode sul totale degli incidenti. A fronte di una media nazionale pari al 14,1%, l’area del Paese più virtuosa è il settentrione, che vanta un meritorio 10,8%. I più onesti sembrano essere gli automobilisti della Liguria (9,2%), seguiti da quelli di Valle D’Aosta (9.8%), Piemonte (10%), Veneto (10,1%), Lombardia (10,3%), Friuli (10,5%) ed Emilia Romagna (12%). In un contesto simile  fa la parte del lupo cattivo il Trentino Alto Adige, che con il suo 21% arriva quasi a doppiare la media delle altri regioni del Nord. 

La sproporzione salta subito all’occhio, eppure il dato peggiore del settentrione risulta comunque inferiore alla media del Sud, pari al 23,8%. A far impennare la percentuale è la Campania, dove i sinistri a rischio frode toccano la vetta del 29,2%, quasi uno su tre. La situazione migliora nelle altre regioni meridionali, che tuttavia – insieme al Trentino – fanno segnare i risultati più alti del Paese: dal 22,2% del Molise al 21,5% della Basilicata, passando per il 20,2% della Calabria, il 18,3% dell’Abruzzo e il 18,2 della Puglia

Più vicini ai numeri del Nord quelli dell’Italia centrale, dove la media si ferma al 13,1%. Gli incidenti a rischio imbroglio sono il 16,8% nelle Marche e il 13,4% nel Lazio, mentre in Toscana e Umbria si scende rispettivamente all’11,4 e al 10,9%. Infine, la media di Sicilia (14,9%) e Sardegna (11,5%) si ferma al 13,9%, poco sotto il dato nazionale.

“Il fenomeno delle frodi assicurative è strettamente legato a quello della circolazione di veicoli non assicurati – si legge nella relazione annuale dell’Ania –. Sulla base di una raccolta d’informazioni a livello provinciale desunte da Polizia Stradale, Comuni, Polizia municipale, è stata effettuata un’inferenza statistica con i veicoli assicurati presenti nella banca dati associativa, stimando così il numero complessivo dei veicoli circolanti sprovvisti di copertura assicurativa”.

Secondo l’Associazione, l’anno scorso nel nostro Paese erano circa tre milioni e mezzo i veicoli non assicurati (contro i 3,1 del 2012), pari all’8,0% del totale dei mezzi in circolazione. La percentuale supera mediamente il 13% nelle province del Sud (era il 12% nel 2012), mentre nel Centro scende all’8,1% (dal 6,4%), fino al 5,3% del Nord (dal 4,6%). Il Boston Consulting Group stima che in Italia questo fenomeno abbia un’incidenza quasi doppia rispetto alla media di Paesi come Francia, Spagna, Inghilterra e Germania, dove il dato non supera il 3-4%.

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