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Puglia, Emiliano resta in sella: lo salvano i Cinque Stelle e Azione di Calenda che bocciano la mozione di sfiducia

Imagoeconomica

Tanto tuonò Giuseppe Conte contro il Governatore della Puglia Michele Emiliano che alla fine gli salvò la poltrona. Chi ricorda più l’atto di accusa di qualche settimana fa del leader dei Cinque Stelle contro Emiliano quando sulla Puglia e sul Governatore pugliese scoppiò una tempesta giudiziaria con tanto di arresti che pareva dovesse scuotere mari e monti? Era solo un temporale fuori stagione perché Conte, dopo aver stipulato un nuovo accordo di potere con Emiliano, ieri lo ha salvato dalla sfiducia, presentata in Consiglio Regionale dalle destre e da Italia Viva di Matteo Renzi, votando a sostegno del Governatore con il Pd e con Azione di Carlo Calenda (“Non votiamo mozioni di sfiducia fondate su inchieste penali”). Del testo che Conte, come Emiliano, sia maestro di trasformismo e capriole non è una novità: basta ricordare che, senza arrossire, nella scorsa legislatura nazionale ha fatto un Governo con la Lega e un altro con il Pd. Commenta Renzi con sarcasmo: “Se Cinque Stelle e Azione avessero votato contro Emiliano, ieri Emiliano sarebbe andato a casa. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchere”.

Al di là delle inchieste giudiziarie, che sono di pertinenza della magistratura, il rocambolesco salvataggio di un cacicco come Emiliano, re del trasformismo e del populismo politico, mina la credibilità di Conte e di Calenda ma riserva una pessima figura anche alla segretaria del Pd, Elly Schlein, che aveva reclamato una rivoluzione morale e politica in Puglia e chiesto un rimpastone a Emiliano e si ritrova un rimpastino. La lotta ai cacicchi non è per oggi. Tutti già dalla torre.

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Categories: Politica