Il nuovo governo del premier socialista Antonio Costa si è insediato in Portogallo, ponendo fine così a settimane di instabilità politica, dopo che il centro-destra non è riuscito a riottenere la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento alle elezioni dello scorso 4 ottobre (nonostante il successo elettorale).
Costa è così a capo del nuovo esecutivo in mano al Partito Socialista, che però ha la necessità di farsi appoggiare dall’esterno dal Partito Comunista, il Blocco di Sinistra e i Verdi. Il neo premier ha però promesso durante l’insediamento del suo governo che rispetterà i target fiscali europei. D’altronde, senza un tale impegno, il presidente Anibal Cavaco Silva non gli avrebbe affidato l’incarico. Lisbona deve ancora inviare alla Commissione europea la manovra di bilancio per il prossimo anno.
Tra le misure annunciate dal nuovo premier, già sindaco della capitale lusitana, ci sono però l’aumento del salario minimo a 600 euro al mese, oltre a due bonus all’anno, i sussidi alle famiglie più povere per il pagamento delle bollette della luce, il taglio dell’IVA per i ristoranti, lo stop alla privatizzazione del gruppo idrico EGF e della compagnia aerea TAP, così come alla liberalizzazione del trasporto pubblico locale a Lisbona e Oporto.