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Pil Italia, l’Ocse taglia ancora le stime: -1,8% nel 2013

Non ci sarà alcuna ripresa nella seconda parte dell’anno: la recessione italiana continuerà per tutto il 2013 e la flessione del Pil sarà più grave del previsto. Lo sostiene l’Ocse nel suo Outlook semestrale, sottolineando che “il necessario risanamento dei conti pubblici e le restrittive condizioni di credito hanno prolungato la recessione” nel nostro Paese.

L’Organizzazione internazionale ha tagliato ancora una volta le previsioni sull’andamento del Pil italiano 2013: il nuovo dato è -1,8%, contro il -1% stimato nel rapporto di novembre e il -1,5% indicato a inizio maggio. Per il 2014, invece, la stima è ora di una crescita dello 0,4%, contro il +0,6% anticipato sei mesi fa e il +0,5% di inizio mese. Nell’intera area Ocse, le previsioni sull’Italia sono migliori soltanto rispetto a quelle su Grecia (-4,8%), Portogallo (-2,7%) e Slovenia (-2,3%). Perfino la Spagna dovrebbe ottenere un risultato migliore (-1,7%).

Sul fronte del deficit, l’Ocse stima per l’Italia un dato al 3% del Pil nel 2013 (il limite massimo previsto dal trattato di Maastricht) e un calo al 2,3% nel 2014. Meno di un mese fa, nel rapporto sull’Italia pubblicato a Roma lo scorso 2 maggio, l’Organizzazione prevedeva un deficit-Pil al 3,3% nel 2013 e al 3,8& nel 2014.

Quanto al mercato del lavoro italiano, l’Organizzazione si attende un peggioramento della disoccupazione all’11,9% quest’anno e al 12,5% il prossimo, con un’occupazione in calo rispettivamente dell’1% e dello 0,6%. La nuova flessione si riflette sui redditi delle famiglie (-0,3% e +0,4%) e sulle spese al consumo (-2,2% e -0,4%). Il tasso di risparmio dovrebbe passare dal 3,4% del 2012 al 3,9% di quest’anno e al 3,8% del 2014. 

D’altra parte, in riferimento al nostro Paese l’Ocse registra anche accenni di miglioramento della competitività: la crescita dei salari è rallentata “meno che in altri Paesi” e gli esportatori hanno ristretto i margini di profitto, rafforzando la competitività sui prezzi. Migliora l’export, stimato in crescita del 2,9% quest’anno (dal +2,2% del 2012) e del 4,9% il prossimo. L’inflazione è in discesa all’1,6% e all’1,2%. 

L’Ocse, infine, invia all’Italia una serie di raccomandazioni: applicare le riforme pro-crescita, limitare la spesa pubblica ed “evitare premature riduzioni delle tasse“, in modo da avviare il cammino di riduzione del debito (al 131,7% nel 2013 e al 134,3% nel 2014).

Secondo Pier Carlo Padoan, capo-economista e vice-segretario Ocse , sulla recessione “l’atteggiamento delle Banche” pesa più del rigore fiscale, che “sta finendo. Le banche che devono aggiustare i bilanci ricapitalizzandosi di fatto impediscono che la politica monetaria molto espansiva della Bce – potrebbe esserlo anche di più – si traduca in uno stimolo all’economia reale. E’ un freno che non sarà eliminato finché le banche avranno problemi di ricapitalizzazione”.  

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