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Pensioni, novità 2019: anzianità, precoci, Opzione donna e Ape social

Wikimedia Commons

Non solo quota 100. Il pacchetto previdenziale del decreto che il Governo dovrebbe approvare questa settimana contiene novità anche su altri fronti: dalle pensioni di anzianità al regime previsto per i lavoratori precoci, dall’Opzione donna all’Ape sociale.

PENSIONI DI ANZIANITÀ

Per quanto riguarda i trattamenti di anzianità – cui si accede in forza di una lunga storia contributiva, indipendentemente dall’età anagrafica – il Governo ha bloccato l’aumento dei requisiti previsto per quest’anno.

In base alle norme precedentemente in vigore, dal 2019 l’asticella sarebbe dovuta salire di cinque mesi per l’adeguamento alla speranza di vita. Il nuovo decreto disinnesca questo meccanismo, mantenendo i requisiti per le pensioni di anzianità uguali a quelli previsti per il 2018: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne.

Tuttavia, allo stesso tempo il Governo introduce una nuova finestra d’attesa: una volta maturati i requisiti, bisognerà aspettare tre mesi prima d’incassare il primo assegno della pensione.

Di conseguenza, alla fine la retromarcia del governo è solo parziale: l’aumento previsto di cinque mesi si riduce a tre.

LAVORATORI PRECOCI

Lo stesso taglia-e-cuci è previsto anche per i lavoratori precoci (quelli che hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima di aver compiuto 19 anni): il decreto abolisce lo scatto di cinque mesi per l’adeguamento alla speranza di vita, ma precisa che si consegue “il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti”. I precoci, quindi, continueranno ad andare in pensione con 41 anni di contributi, ma dovranno aspettare altri tre mesi per incassare il primo assegno.

OPZIONE DONNA

Sopravvive anche nel 2019 l’Opzione donna, che quest’anno consentirà di andare in pensione alle lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1959 e alle autonome nate entro il 31 dicembre 1958. Le condizioni, come sempre, sono due: avere almeno 35 anni di contributi e accettare che l’assegno venga calcolato interamente con il sistema contributivo.

L’importò della pensione sarà dunque più basso di quello che si riceverebbe con una pensione di vecchiaia o aderendo a quota 100. L’entità della riduzione varia in base a diversi fattori, ma secondo alcune stime potrebbe arrivare al 20-25%.

APE SOCIAL

Infine, viene prorogato a tutto il 2019 anche l’Ape social, che resta in vigore con le regole dell’anno scorso.

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Categories: Pensioni