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L’Araba fenice della Robin Tax. Rispunta la misura sul settore energetico

Nella manovra correttiva approvata in fretta e furia dal Governo rispunta la Robin Hood tax, la tassa già concepita – sempre da Giulio Tremonti – per colpire gli enormi profitti dei petrolieri. Adesso viene riproposta e toccherà l’intero settore energetico, e concorrerà alla riduzione della spesa pubblica.
E’ lo stesso Giulio Tremonti, del resto, a non farne mistero. Lo ha ribadito ieri: la manovra prevede un primo blocco di interventi per quanto riguarda i costi della politica e gli enti locali. Per il 2012, ha scandito Tremonti, “abbiamo anticipato tagli ai ministeri per quasi 6 miliardi che possono scendere a 5 miliardi attraverso la reintroduzione della Robin Hood tax per il settore energetico, ferma restando la bolletta dei cittadini”. Tagli, sempre per 6 miliardi nel 2012, previsti anche per gli enti locali, e anche qui, sottolinea Tremonti, “potranno però essere compensati se funzionerà la Robin Hood tax e attraverso l’anticipo del federalismo fiscale”. Anche per gli Enti locali “i tagli potranno scendere da 6 a 5 miliardi attraverso la Robin Hood tax”.
Tremonti stima che 2 miliardi arriveranno attraverso la speciale tassa. Per quanto riguarda l’anticipo del federalismo fiscale, questo dovrebbe scattare con l’imposizione da subito dell’Imu, l’Imposta municipale unica inizialmente prevista in vigore dal 2014 e che ingloberà l’Ici e l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case, e l’Ici sugli immobili “strumentali” (capannoni, uffici e laboratori). Intanto il presidente del Senato Renato Schifani fa sapere di aver chiesto di far arrivare il decreto in commissione il 22 agosto, così da farlo approdare in Aula per il 5 settembre.

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