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La Francia non molla: Google deve pagare gli editori

Pixabay

Da Parigi arriva un importante precedente per il mondo dell’editoria europeo. La Francia ha infatti vinto il primo round contro Google: in base alla nuova direttiva Ue sul copyright, che i transalpini sono stati i primi a recepire, la Corte d’Appello di Parigi ha rigettato il ricorso di Google contro la decisione dell’Antitrust di aprire i negoziati tra il colosso tech e gli editori di tutto il Paese, riuniti nell’Alliance de la presse d’information générale. Oggetto del contendere (e dei futuri negoziati) è il riconoscimento economico dei contenuti di informazione. Google infatti da sempre “indicizza” i contenuti dei siti giornalistici di tutto il mondo, traendone dati e ottenendo enormi guadagni: se da un lato questo offre visibilità agli editori stessi, dall’altro le news vengono pubblicate gratis, intascando i relativi introiti pubblicitari senza che alla professionalità giornalistica venga riconosciuto alcun compenso.

La vittoria dell’Antitrust francese segna una svolta epocale, a livello mondiale: Google sta iniziando ad accettare il principio della remunerazione delle testate giornalistiche e quindi a dare realtà al diritto d’autore, anche se le modalità di un possibile accordo tra gli editori francesi e il colosso tech americano restano da definire e non è detto che saranno così congrue. Per ora si parla di una remunerazione in base all’audience, il che potrebbe far discutere sui metodi di rilevamento (che è la stessa Google a fare, tramite Analytics). In proporzione alle visite, tutte le testate del Paese andrebbero dunque a spartirsi la cifra stanziata in un fondo, da concordare. Le prime indiscrezioni parlano di 25 milioni, che sarebbe una somma irrisoria rispetto ai 150 milioni di euro chiesti dagli editori francesi, che già sarebbero la metà dei 250-320 milioni di euro di perdita stimata sugli introiti pubblicitari.

Di certo c’è che l’accordo includerà anche i contenuti ripresi su News Showcase, il nuovo servizio di informazione lanciato da Google che partirà a breve in Germania e Brasile e su cui il gruppo americano ha promesso di investire 850 milioni di euro nei prossimi tre anni. Anche qui, a ben vedere, la cifra sembra enorme ma va considerata spalmata negli anni e in due Paesi molto grandi, con molte testate e un bacino d’utenza complessivo di oltre 300 milioni di potenziali lettori. Ma intanto un enorme passo avanti è stato fatto e ora anche l’Italia vuole accodarsi: seppur con un po’ di ritardo, visto che la direttiva Ue sul copyright è datata marzo 2019, il nostro Paese ha avviato l’iter per recepirla nella legislazione nazionale, e secondo il sottosegretario con delega all’Editoria, Andrea Martella, dovrebbe essere introdotta entro la fine dell’anno.

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