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Investimenti, Tria: “Subito attivabili 118 miliardi”. Nava: “Servono Ipo europee”

Imagoeconomica

Per gli investimenti “il livello totale di risorse stanziate in 15 anni ammonta a 150 miliardi di euro, di cui circa 118 miliardi possono essere considerati immediatamente attivabili”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in occasione di un convegno sul partenariato pubblico-privato al Mef.

Dal 2008, ha proseguito il numero uno del Tesoro, “la spesa per investimenti fissi lordi delle pubbliche amministrazioni si è ridotta di un terzo, da valori del 3% del Pil si è ridotta al 2% ciò significa aver perso il 30%”.

Il ministro ha sottolineato che le risorse ci sono ma “si ha difficoltà ad attuarle. Bisogna migliorare le procedure, snellire i processi dei ministeri e degli enti locali. Non mancano le risorse ma manca la capacità progettuale. Per le opere fino a 100mila euro la messa in pratica arriva anche a 2 anni e fino a 15 anni per le opere sopra i 100 milioni. Questo riguarda non solo le opere strategiche, ma tutte le opere”.

Secondo Tria, “bisogna rafforzare la capacità tecnica della pubblica amministrazione preposta ad attirare gli investimenti e il partenariato può essere uno strumento utile. Fin dai primi giorni del mio insediamento ho sostenuto la necessità di mettere in campo investimenti sia pubblici che privati. In questo modo si affronta il tema dell’occupazione di oggi e si costruisce la capacità produttiva con cui si costruirà il lavoro delle generazioni future”.

Intanto, dal numero uno della Consob, Mario Nava, arriva un appello a “pensare per il futuro a un meccanismo di Ipo europee”, un sistema unificato sugli sbarchi in Borsa nell’Unione. Secondo Nava, che è intervenuto a, intervento in collegamento alla giornata dell’investitore istituzionale organizzata a Roma dalla Febaf, “fino a prima della Brexit c’era un mercato dominante, Londra, che creava implicitamente una armonizzazione dominante. Ora, visto che non c’è una alternativa naturale a Londra, ma l’alternativa è rappresentata una unione di diversi mercati, l’integrazione diventa ancora più importante”.

Il capo della Consob ha citato come caso di scuola Spotify: “Si è quotata a Wall Street e se avesse provato a farlo nell’Ue sarebbe stato molto più complicato, coinvolgendo con più autorità e forse anche lingue”.

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Categories: Economia e Imprese