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Il prof. Gilardoni replica all’Aper: “Rinnovabili sì, ma ce la possono fare anche senza sussidi”

Ringrazio il Presidente di Aper per i suoi commenti che, d’accordo con il Direttore, volentieri sono stati pubblicati su Firstonline. L’auspicio è che il dibattito si sviluppi nell’interesse del Paese.

Peraltro, Re Rebaudengo non ha torto quando dice che il nostro Osservatorio OIR (Osservatorio Internazionale sull’industria e la Finanza delle Rinnovabili – www.agici.it) ha una visione “articolata”.  Noi ci sforziamo (magari senza riuscirci) di pensare a ciò che sembrerebbe preferibile per il Paese. Abbiamo criticato la posizione di Passera e, personalmente, anche quella di Claudio de Vincenti quando facevano affermazioni terroristiche contro le rinnovabili. Ma nello stesso tempo non si possono dimenticare le altre situazioni di contesto: sovrabbondante capacità produttiva (120.000 MW contro una domanda di picco di 54.000 MW), domanda in calo o quasi in crollo (speriamo non strutturale anche se l’ipotesi è tutt’altro che peregrina), ampia flotta di impianti a gas per di più moderni ed efficienti, alcune risorse naturali che potrebbero essere più utilizzate (almeno per un certo periodo), competenze industriali italiane da sviluppare e valorizzare, forte crescita dei mercati internazionali, ecc. ecc. Insomma, lo sforzo che facciamo è di vedere le questioni in tutte le loro complesse sfaccettature, pur avendo la piena consapevolezza che il futuro nel medio-lungo è delle rinnovabili.

Un cenno poi alla Grid Parity (espressione infelice che uso per capirci), cioè la possibilità di produrre con le rinnovabili in modo competitivo senza bisogno di sussidi. Essa è scontata in alcuni Paesi (come la Spagna). Ma mi è stata prospettata come sostanzialmente acquisita anche in Italia da autorevolissimi imprenditori durante la riunione strategica dell’OIR al Four Season del 6 settembre scorso (a cui purtroppo non è intervenuto); ma anche confermata da vari altri operatori che ovviamente sottolineano le condizioni perché ciò avvenga: ad esempio, insolazione, distanza dalla rete, ecc. Nelle prossime settimane terremo un seminario a porte chiuse riservato ai partner dell’OIR per discutere questo aspetto. Ovviamente, il tema è molto complesso e dipende largamente dalle filiere considerate.

In conclusione, rimango convinto che il principale interesse del Paese risieda nella riduzione dei costi dell’energia, pena l’aggravarsi delle difficoltà nella competizione internazionale già assai difficile e che tutti gli operatori del settore si debbano impegnare in tale direzione.

Grazie ancora per le apprezzate critiche e osservazioni.

Prof. Andrea Gilardoni

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