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I programmi economici di Renzi ai raggi X: il coraggio non manca ma le idee sono fumose

Nelle scorse settimane diversi commentatori hanno auspicato che Renzi dicesse qualcosa di più su come l’Italia debba affrontare i gravi problemi che l’affliggono. Sono stati accontentati: il sindaco di Firenze ha lanciato le sue idee (“non un programma”)  per le primarie (vedi qui) con diverse proposte. Commento (ovviamente sono in prevalenza le mie opinioni, per quel che valgono, e non fatti) solo quelle relative all’economia (e neanche tutte).

“Dalla spending review alla spending view” (Capitolo 03 Paragrafo c –  Punto  2): si propone una riduzione del 20-25% degli investimenti e dei trasferimenti alle imprese. Non è chiaro se gli investimenti pubblici li vuol tagliare o meno (nelle righe precedenti parla di strategicità degli investimenti pubblici); la base aggredibile per i tagli, stimata in 60-70 miliardi  quindi non è ben definita.  I trasferimenti  alle imprese, pur nella difficoltà di calcolarli, ammontano a 10 miliardi. Ne consegue che non è chiaro come finanzoa le detrazioni d’imposta che propone per i redditi più bassi. Poco chiaro e debole in finanza pubblica. Punto 3: propone una riallocazione produttiva di 50% dei fondi europei: cosa sarebbe questa “riallocazione produttiva”? Vuol dire che i fondi europei sono allocati male? E su quale evidenza è basata questa critica? Poco chiaro.

“Sostenere il potere d’acquisto degli italiani” (Capitolo  05 Paragrafo a – Punto 2): le Authority  dovrebbero indagare sull’evoluzione delle tariffe e proporre azioni regolatorie per allinearle all’inflazione programmata. E che hanno fatto le Authority (dove ci sono) fino ad oggi ? E se il prezzo dei combustibili (per l’energia) cresce più dell’inflazione programmata ? E se le imprese fanno investimenti (come li recuperano). Non va bene: i meccanismi di controllo delle tariffe hanno altri principi.  Impreciso sul funzionamento delle istituzioni e sbagliato.    

“Smentire Longanesi: dalle grandi opere ai grandi risultati” (Capitolo 05 Paragrafo c – Punto 2): scegliere le grandi opere che servono davvero con una commissione internazionale ed indipendente che valuti costi e benefici. Ottimo (se gli riesce a battere la lobby dei costruttori….) . Punto 3: ammodernamento della rete elettrica e del mercato per ridurre il costo della bolletta spingendo sullo sviluppo della generazione distribuita. Non va bene: il costo della bolletta non dipende dalle reti e lo sviluppo della generazione distribuita pone problemi ai grandi impianti costruiti negli ultimi anni e che non sono ammortizzati. Sbagliato e con rischi per l’occupazione.

“La sanità” (Capitolo 06 Paragrafo e –  Punto 2): si propone un finanziamento dei vari Sistemi Sanitari Regionali con  fiscalità locale e un fondo di perequazione. Il problema è che non è precisato  come intende ripartire la fiscalità tra locale e centrale e quindi il tema del federalismo non è trattato.  Elusivo. Paragrafo f- Pensioni: La riforma previdenziale introdotta da Elsa Fornero non verrà messa in discussione. Ottimo

“Un fondo per la riduzione della pressione fiscale” (Capitolo 07 Paragrafo c): Renzi intende arrivare in 5 anni a recuperare 40 milardi all’anno. Nel triennio 2008-2010 ne abbiamo incassati poco meno di 9 (vedi qui) Molto ambizioso, direi irrealistico.

In conclusione direi che c’è una certa “fumosità”, in parte attesa dal momento che i politici devono rimanere sufficientemente generici nei programmi, e qualche imprecisione.  Ma un paese  con una gravissima crisi del debito e che non cresce da vent’anni avrebbe  bisogno di chiarire come si coniuga il rilancio con le compatibilità di finanza pubblica. E questo manca. Va anche detto che i politici non si scelgono solo sulla base dei programmi. In primo luogo perché gli eventi (in larga parte imprevedibili) li pongono in genere di fronte a scelte che ne sconvolgono l’agenda e quindi conta la capacità con cui si affrontano gli imprevisti, il carattere, il coraggio. E qui è dove Renzi sembra ben attrezzato.

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