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I petroliferi spingono la Borsa ma i dazi fanno paura. Corsa ai Bot

FIRSTonline

Recuperano le Borse alla vigilia del Consiglio Europeo. Pesa però l’aumento dei prezzi del petrolio innescato dalla volontà Usa di sanzionare i Paesi che dopo il 4 novembre compreranno greggio iraniano. Nel 2018, secondo le stime dell’Unione Petrolifera, la bolletta energetica italiana salirà a 21 miliardi da 17.

Bene a Milano il settore oil: Tenaris +1,7%, Eni +1,13%. Meglio di tutti Saipem (+3,1%): oltre all’ascesa dei prezzi contano anche le anticipazioni del Financial Times per cui l’impianto Lng del consorzio guidato da Anadarko in Mozambico potrebbe prendere il via nel primo semestre 2019. Secondo Equita, il beneficio per l’azienda italiana sarebbe di 1,1-1,2 miliardi.

A Piazza Affari l’indice cede poco più dello 0,2%, poco sotto quota 21.400 punti. In lieve progresso Francoforte e Parigi (+0,2%), andamento simile a Londra. Madrid perde lo 0,5%.

Il Tesoro ha assegnato stamane tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot a sei mesi offerti in asta oggi, con il tasso che torna sotto l’1%. Il rendimento medio è sceso a 0,092% dall’1,213% del collocamento di maggio. La domanda ha raggiunto i 12,884 miliardi con un rapporto di copertura in netto rialzo a 1,98 da 1,19 di un mese fa.

La turbolenza dei mercati di maggio ha invece messo ko la raccolta fondi. È stato un mese piuttosto complesso per l’Italia in cui si sono verificati cali delle quotazioni piuttosto marcati. In base alla mappa mensile di Assogestioni, l’industria italiana del risparmio gestito ha chiuso il mese con un rosso di 6,91 miliardi di euro, dai +2,93 miliardi di aprile, portando il saldo da inizio anno a 9,9 miliardi.

Deboli i titoli del settore: Azimut-0,4%, FinecoBank -0,4%, Banca Generali -1,9%.

In calo anche Generali (-0,6%) che stamane ha annunciato l’ascesa dal 25,5% al 49% nella partnership assicurativa con un gruppo indiano Futura group. Unipol -0,6%.

Confindustria vede per il biennio 2018-2019 un rallentamento della crescita economica italiana e paventa un rischio di manovra correttiva per rispettare i vincoli europei sui conti pubblici. Il Pil è stimato dal Centro Studi a +1,3% quest’anno (da 1,5% della stima di dicembre) e +1,1% il prossimo (da +1,2%). La flessione è legata all’incertezza sul mercato internazionale e interno, che rende meno vivace la dinamica dell’economia. “È plausibile”, per gli economisti di Viale dell’Astronomia, che l’Europa chieda una manovra correttiva, stimata per quest’anno in 0,5 punti di Pil, pari a 9 miliardi.

A giugno è salita la fiducia dei consumatori, portandosi a quota 116,2 da 113,9 rivisto del mese precedente, rende noto Istat.

Nel paniere principale le flessioni maggiori interessano le banche: Ubi – 1,6% circa, Unicredit -1,3% e Intesa -2% circa. L’indice settoriale perde l’1,24%. In Europa il comparto perde un marginale 0,9%. In forte calo Carige (-3,8%) dopo che le dimissioni del presidente Giuseppe Tesauro hanno riacceso le tensioni all’interno dell’istituto. Gli scambi sono intensi con oltre 300 milioni di pezzi trattati nelle prime due ore, quasi pari alla media di un’intera seduta.

Ancora in ribasso Telecom Italia (-0,5%) dopo un avvio in profondo rosso: -1,8% a 63,54 centesimi ai minimi dall’ottobre 2013.

Giù Leonardo (-0,9%) e Fiat Chrysler (-0,2%). Gli ultimi tweet di Donald Trump rivelano che la Casa Bianca sta per concludere la valutazione sulle importazioni di autoveicoli europei negli Stati Uniti. Ieri Sergio Marchionne ha detto che i dazi non sono un grosso problema.

Mediaset -0,4%. L’assemblea ha nominato Fedele Confalonieri alla presidenza per i prossimi tre anni: l’azienda è pronta per un’alleanza tra i broadcaster europei.
Gima TT -9,2% dopo che KeplerCheuvreux ha tagliato il giudizio. Tod’s -0,8%: JP Morgan lima il target price a 55 euro. Bio-On +2,1%, su nuovi massimi.

Energica Motor Company, produttore di moto elettriche ad elevate prestazioni, nel giorno dei conti semestrali balza in avanti dell’11% a 3,18 euro, massimo da inizio maggio. Al momento il titolo è sospeso dagli scambi per eccesso di rialzo. Al termine dei primi sei mesi la società registra un fatturato di 5 volte superiore rispetto a quello del primo semestre del 2017. Ad oggi è già ben oltre il doppio rispetto all’intero esercizio precedente.

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