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Gas, Eni: “Mozambico sarà il secondo produttore al mondo”

Mbx Ufficio Stampa

“Il Mozambico verso il 2024-25 sarà il secondo paese più importante in termini di export di gas al mondo dopo il Qatar. E non sta ancora esportando gas, per questo servono le teologie per scoprire e sviluppare i campi”. Lo ha detto l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, in occasione del business Forum Italia-Mozambico organizzato da Confindustria.

“Ci vogliono importanti investimenti – ha aggiunto – noi da quando abbiamo iniziato i primi pozzi, dal 2006, abbiamo già investito più di 8 miliardi, che devono essere completati da quasi 25 altri miliardi (investiti insiemi ad altri partner, ndr) da qua al 2024 per mettere in produzione altri campi”.

Una volta implementate le infrastrutture necessarie, dunque, dal Mozambico sarà possibile esportare con relativa facilità gas liquido in India e forse anche in Cina, aprendo una fonte di approvvigionamento per due delle più importanti economie al mondo che rischia di alterare profondamente gli equilibri geopolitici della regione.  

Secondo Descalzi, quello di oggi è stato “un incontro importante per mille ragioni, perché sottolinea il grandissimo successo italiano recente: non è da moltissimo tempo che Eni ha scoperto il più grande giacimento a gas degli ultimi venti anni. Adesso ci sono le tecnologie, questa scoperta vale molto perché è basata sulle tecnologie, sulla volontà di prendersi dei rischi e la volontà di credere in Paesi nuovi e di costruire con loro tutto quello che serve per poter rilanciare un progetto istituzionale completamente nuovo: il gas in Mozambico”.

Inoltre, il numero uno di Eni ha sottolineato che “c’è un campo di sviluppo ancora al 40%: Coral entrerà in produzione nel 2022 e poi c’è un altro campo sviluppato con Exxon che produrrà alla fine con Coral 20 milioni di tonnellate di Lng l’anno. Questo produrrà per il Paese un ritorno molto importante: ai prezzi attuali il Mozambico in 20-25 anni avrà un ritorno di circa 100 miliardi di dollari, qualcosa di veramente grandioso. E si tratta solo di un terzo del gas che abbiamo trovato da sviluppare”.

Il Mozambico, perciò, “è una regione che avrà un grandissimo sviluppo”, ma questo “ovviamente non è sufficiente, perché lo sviluppo non può essere trascinato solo dal petrolio e dal gas – ha detto ancora Descalzi – Noi abbiamo iniziato dei progetti, prima di produrre, in connessione con la strategia nazionale, nel campo sanitario e nell’ambito della formazione e dell’istruzione”.

Al momento, le tecnologie “non sono sufficienti: ci vuole coraggio e anche la capacità di entrare in relazione con una cultura che ci ospita. Se si va solo per investire e portare via il gas senza attenzione al Paese facciamo male a noi stessi, al Paese e non diamo continuità e valore alla nostra presenza. Quindi questo è l’approccio non solo di Eni ma di tutta l’industria italiana”.

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