Un viaggio intimo e suggestivo tra architetture straordinarie e storie d’amore attraverso 42 fotografie. Dimore celebri e angoli nascosti si fanno scenario e testimone di relazioni profonde, che la fotografia rende vive e tangibili, in un delicato equilibrio tra spazio abitato e vissuto emotivo.
Una riflessione dove la capanna è simbolo dell’abitazione primitiva
Ossia il rifugio primordiale per difendersi dalle avversità della natura e modello che gli architetti moderni hanno tenuto a mente come archetipo della prima casa. Le due matrici costituite dall’intimità familiare e dal disegno architettonico, rappresentano il punto di partenza per un viaggio iniziato nel 2020 e conclusosi nel 2024, tra abitazioni particolari e straordinarie per le loro caratteristiche progettuali e per le coppie che le hanno elette a propria dimora, ivi costruendo una memoria che la fotografia di Daniele Ratti ha saputo cogliere e raccontare.
Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo, afferma: “Le Gallerie d’Italia a Napoli sono un esempio riuscito di luogo dedicato all’arte e alla cultura. Un museo aperto e dinamico che parla a tutti. Non manca la fotografia, che torna dopo i giovani artisti scelti dalla Fondazione Paul Thorel. Il lavoro di Daniele Ratti, la sua ricerca e le sue intriganti fotografie di luoghi esclusivi rappresentano una forma delicata e poetica di racconto, con immagini che trovano perfettamente casa in via Toledo. Un impegno per continuare ad accogliere e sorprendere i tantissimi visitatori della nostra sede napoletana.”
Il percorso espositivo si apre con due fotografie dedicate a Le Cabanon, iconico rifugio progettato da Le Corbusier come regalo di compleanno per sua moglie nel 1951, simbolo per eccellenza dell’essenzialità e della complicità, al largo delle acque della Costa Azzurra. A pochi metri da quel luogo, sorge la Villa E-1027 di Eileen Gray, pensata per condividere un amore codificato anche nel nome della casa stessa. Tra i protagonisti della mostra anche José Saramago, Mimmo Jodice, e Michelangelo Antonioni con Monica Vitti, per la quale fu realizzata La Cupola in Sardegna: una scultura abitabile che dialoga con il paesaggio gallurese.
Chi è Daniele Ratti (Milano, 1974)
Dopo la laurea in Architettura presso il Politecnico di Torino, dal 2000 si dedica alla fotografia. La prima personale risale al 2004. Al percorso autoriale affianca attività di tipo curatoriale, tra le quali si ricorda la direzione artistica di Paratissima a Torino. Ha esposto durante EXPO 2015 a Milano e presso le Gallerie d’Italia di Milano, nell’ambito di un progetto curato da Mario Calabresi. Il progetto Next Stop è stato selezionato per The COVID-19 Visual Project. A Time of Distance (2020), Festival Cortona On The Move. Ha partecipato alla mostra collettiva Volti e racconti dai margini: Fotografia e arte da Afghanistan, Tanzania, Kenya e Ucraina, nell’ambito del WeWorld festival (maggio 2025). Le sue fotografie sono state pubblicate su diverse testate nazionali ed internazionali. Le sue opere fanno parte delle collezioni permanenti del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli e della Fondazione Bartoli Felter di Cagliari.
Il museo di Napoli, insieme a quelli di Milano, Torino e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca e Direttore Generale delle Gallerie d’Italia.