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Disney Plus, quanto costa abbonarsi: nuovo aumento di prezzo. E anche in Italia arriva la pubblicità

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Aumento di prezzo, introduzione della pubblicità e stretta sulla condivisione delle password. Novità in arrivo per Disney Plus, la piattaforma di streaming che, pian piano, percorre la strada già tracciata da Netflix. Ma andiamo con ordine e partiamo dagli abbonamenti. Proprio in questi giorni, infatti, agli utenti italiani di Disney Plus stanno arrivando mail nelle quali l’azienda spiega di aver “aggiornato i prezzi” e riorganizzato l’offerta.

Quanto costa abbonarsi a Disney Plus oggi

Tre i pacchetti proposti. Il primo, quello con le tariffe più basse, è il piano “Standard con pubblicità” per un costo di 5,99 euro al mese. A seguire, c’è lo “Standard” senza interruzioni pubblicitarie per un mensile di 8,99 euro: cifra che, su base annua, diventa 89,90 euro. Infine, Disney Plus propone un pacchetto “Premium” (senza spot a 11,99 euro al mese. L’annuale? 119,90 euro.

Si tratta dunque del quarto rialzo praticato dalla piattaforma nell’arco dei quattro anni di attività in Italia. Disney Plus infatti è sbarcata nel nostro Paese nel 2020 con un prezzo promozionale pari a 59,99 euro l’anno. Un primo incremento di 10 euro è stato applicato nel 2021 e di ulteriori 20 euro nel 2022, per arrivare quindi a 89,90 euro. Ora il nuovo balzo a 119,90 euro. Va da sé che in quattro anni l’abbonamento è praticamente raddoppiato: arrotondando, si è passati dai 60 euro del debutto ai 120 euro attuali.

Disney Plus, arriva la pubblicità

L’altra novità, lo si diceva, riguarda invece l’introduzione, anche in Italia, della pubblicità: è espressamente citata nel pacchetto Standard a tariffa più bassa, laddove non è prevista la possibilità di effettuare download.

Disney Plus, stretta sulla condivisione delle password

E sempre sulla scia di Netflix, ora anche Disney si avvia a ostacolare il cosiddetto “password sharing” tra i suoi utenti e a impedire, di conseguenza, la possibilità di dividere il prezzo dell’abbonamento con gli amici. Negli Stati Uniti un primo divieto scatterà a partire dal 14 marzo, quando la visione dei contenuti in streaming sarà consentita solo ai membri dello stesso nucleo familiare. Al momento, Europa e Italia risultano escluse da questo giro di vite.

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