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Def, Bankitalia: “Non toccare le pensioni, tagliare debito”

Bankitalia scende in campo sulle pensioni: “Le ultime proiezioni sulla spesa previdenziale mettono in evidenza l’importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro”. Lo ha sottolineato il vicedirettore generale di Via Nazionale, Luigi Federico Signorini, nel corso di un’audizione in Senato sulla Nota di aggiornamento al Def. Il riferimento è alla richiesta dei sindacati, appoggiata in parlamento da un fronte trasversale Damiano-Sacconi, di disinnescare il prossimo adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, che dovrebbe alzare l’asticella a 67 anni nel 2019.

“Come ha ricordato il Governatore della Banca d’Italia nel suo recente intervento – ha continuato Signorini – l’insieme delle riforme previdenziali realizzate in più di vent’anni ha migliorato in modo sostanziale sia la sostenibilità sia l’equità intergenerazionale del sistema”.

Tuttavia, ha rilevato ancora il vicedirettore generale di Bankitalia, “le prospettive demografiche e di crescita potenziale sono state aggiornate e risultano meno favorevoli. Le più recenti proiezioni dell’incidenza della spesa sul prodotto, da poco rese note dalla Ragioneria Generale dello Stato, sono, conseguentemente, più alte di quanto precedentemente prospettato”.

Quanto alla ripresa, secondo Signorini sta continuando: “Le prospettive della domanda, dell’occupazione e dei conti con l’estero sono favorevoli. Occorre trarre vantaggio dalle condizioni contingenti in cui ci troviamo (prodotto in crescita seppur graduale, bilancia dei pagamenti correnti in ordine, tassi di interesse molto bassi, premi al rischio moderatissimi sui mercati finanziari internazionali) per irrobustire la finanza pubblica, per ridurre visibilmente il debito, nostro perenne fattore di debolezza; per porre le basi di uno sviluppo duraturo”.

In particolare, “la politica di bilancio si deve muovere lungo un sentiero stretto tra l’esigenza di non soffocare la ripresa congiunturale e l’imperativo di ridurre il debito – ha continuato – In questo momento il sentiero, pur sempre arduo, è un po’ meno angusto che in passato, grazie alle favorevoli condizioni della congiuntura e dei mercati”.

E in questo momento “la significativa riduzione del rapporto tra il debito pubblico e il prodotto nel medio termine è alla nostra portata, lo mostrano tanto le nostre analisi quanto quelle del governo – ha concluso Signorini – Avanzi primari più contenuti possono dare benefici temporanei alla crescita, ma di norma si accompagnano a una più lenta riduzione del debito espongono quindi più a lungo il paese alla volatilità dei mercati; rischiano di compromettere la crescita futura. Avanzi primari lievemente inferiori a quelli programmati in aprile possono essere gestibili, a patto che gli interventi necessari a conseguire gli obiettivi di medio termine siano definiti chiaramente e attuati senza alcuna incertezza. È il minimo indispensabile. La credibilità dell’impegno ad assicurare finanze pubbliche in ordine è condizione necessaria affinché un graduale ritorno alla normalità delle condizioni monetarie e finanziarie nell`area dell`euro non implichi un aumento del differenziale tra costo del debito e crescita dell`economia, che a sua volta si tradurrebbe, come un circolo vizioso, in un peggioramento della dinamica del debito”.


Allegati: Audizione Signorini

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