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Crisi e lusso: anche Versace cerca un partner. L’obiettivo è la quotazione in Borsa entro il 2015

E alla fine si salvò solo Re Giorgio. Dei grandi marchi di moda italiani degli anni ’80, Armani è l’unico ad aver resitito contemporaneamente alla globalizzazione e alla crisi, riuscendo non solo a non vendere, ma anche ad acquistare (per esempio il 5% di Luxottica, che in Borsa vale 600 milioni), e a presentare ancora nel 2011 risultati invidiabili, con ricavi in crescita a quasi 2 miliardi e una liquidità di cassa di oltre 640 milioni, trainata soprattutto dai mercati emergenti (Cina in primis).

E’ invece notizia di ieri che, dopo quanto già accaduto tra gli altri a Ferré e Valentino, anche Versace è alla ricerca di un partner, che possa sostenere la ricapitalizzazione della griffe rilevando una quota tra il 30 e il 40%. A rivelare la notizia è il settimanale economico Il Mondo, secondo cui i fratelli Santo e Donatella Versace, insieme alla figlia di quest’ultima Allegra Versace Beck (che detengono rispettivamente il 30, il 20 e il 50%), hanno affidato alla banca d’affari americana Goldman Sachs l’incarico di cercare un partner azionario, con l’obiettivo di avviare la marcia di avvicinamento di Versace alla quotazione in Borsa, nel giro di 2-3 anni.

Lo sbarco potrebbe avvenire a Piazza Affari o in un altro listino internazionale come, ad esempio, ha fatto l’anno scorso Prada (a Hong Kong), e nei piani della famiglia c’è il raggiungimento del valore di 1 miliardo di euro prima dell’ingresso. L’azienda comunque ha chiuso il 2011 tornando in positivo, sulla scia delle ottime performance dell’intero settore del lusso, che l’anno passato ha brillantemente resistito alla crisi e prevede per il 2012 un giro d’affari globale da record, da 200 miliardi di euro. Per Versace spa l’anno passato è stato, a detta del suo ad Gian Giacomo Ferraris, addirittura “sopra le attese”, con un +16,4% nei ricavi (340,2 milioni di euro) e un +73% dell’ebitda (margine operativo lordo a 38,7 milioni). Soprattutto, l’esercizio è tornato in positivo dopo la perdita di 21,7 milioni dell’anno precedente, registrando profitti per 8,5 milioni di euro.

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