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Cooperazione internazionale contro gli illeciti nel post Covid

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La criminalità organizzata ha individuato nell’emergenza sanitaria un’opportunità di business, infiltrandosi velocemente nel sistema economico. Laddove la pandemia ha interrotto i canali tipici del commercio illecito, le organizzazioni criminali sono riuscite ad ampliare la propria rete di clienti e partner su scala globale grazie al commercio elettronico e ai mercati online. Bisogna rafforzare la cooperazione internazionale per evitare che che la criminalità danneggi ancora di più il tessuto socio-economico.

È quanto emerso dall’evento virtuale MED “Ripensare la cooperazione internazionale contro il traffico illecito post COVID-19”, organizzato da ISPI in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e PMI IMPACT, un’iniziativa di Philip Morris International, che ha visto la partecipazione di rinomati membri delle istituzioni italiane, think-tank globali e rappresentanti di importanti Paesi del Mediterraneo.

Spunti di rilievo sono emersi dalle analisi sul traffico illecito di diverse categorie di prodotti, come il tabacco, le armi e gli stupefacenti, utilizzato per finanziare altre attività illegali in Europa e nel Mediterraneo. Da un lato la pandemia ha imposto limiti senza precedenti alle organizzazioni criminali, ma dall’altro ha fornito nuove opportunità di espansione delle attività illecite, permettendo anche nuove infiltrazioni nell’economia legale in un momento delicato come quello che stiamo vivendo.

Mentre la seconda parte del dibattito si è concentrata sull’esigenza di maggior cooperazione tra le parti, con un focus sulla cooperazione internazionale ed i trattati che promuovono una regolamentazione globale e un più efficace coordinamento in materia di contrasto ai traffici illeciti.

Tra questi, esempi importanti sono: la Convenzione delle Nazioni Unite contro il traffico illecito di stupefacenti e di sostanze psicotrope del 1988 e il protocollo contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco, loro parti e componenti e munizioni entrato in vigore nel 2005; il Protocollo per eliminare il commercio illecito di prodotti del tabacco, entrato in vigore nel settembre 2018 a complemento della Convenzione quadro sulla lotta al tabagismo promossa dall’OMS (FCTC).

Una regolamentazione internazionale e un più efficace coordinamento tra gli stati costituiscono il miglior modo per rispondere alle minacce globali. Le iniziative unilaterali si sono dimostrate poco efficaci o insufficienti per rispondere a problemi complessi che non conoscono confini, come la lotta contro la pandemia ci sta dimostrando.

“La crisi pandemica – ha sottolineato il Sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova – ci ricorda che il multilateralismo è l’unica via da seguire. Dobbiamo rafforzare la cooperazione internazionale tra forze dell’ordine e attori giudiziari. L’Italia attribuisce la massima importanza alla cooperazione internazionale nella lotta contro le sfide transnazionali, come dimostra il nostro impegno nei confronti della Convenzione di Palermo sul crimine organizzato transnazionale. Oggi, attraverso il lancio del suo Meccanismo di Revisione – fortemente promosso dall’Italia – siamo particolarmente impegnati a far in modo che la convenzione rimanga uno strumento vivente, in grado di adattarsi all’evoluzione dello scenario di sicurezza.

“Infine – ha continuato il Sottosegretario Della Vedova – il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali dovrebbe sempre guidare le nostre azioni. Si tratta di una componente centrale dei nostri sforzi per prevenire e contrastare la criminalità organizzata, anche in circostanze eccezionali come l’attuale pandemia.”

Secondo Luis Moreno Ocampo, dal 2003 al 2012 primo Procuratore capo della Corte penale internazionale e membro dell’Expert Council di PMI Impact: “La pandemia di COVID 19 è solo l’ultimo esempio di un problema globale che non dispone di strumenti globali per affrontarlo. Sindaci, governatori, presidenti e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità hanno avuto dibattiti sulle azioni da intraprendere mentre le organizzazioni private sviluppavano i vaccini. È ora di promuovere nuove interazioni tra il settore pubblico e il settore privato per affrontare problemi globali come quello rappresentato dalle organizzazioni criminali che gestiscono attività illecite.”

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