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Circolo Ref Ricerche – Economia: l’ottimismo di luglio durerà fino a settembre?

Gli anni scorsi la fine di luglio ha sovente rappresentato un momento in cui si coltivano auspici, superati in breve tempo dagli eventi. Nel 2007 la finanza internazionale presentava già qualche scricchiolio, ma tutto sommato non così allarmante se è vero che ancora a giugno la Bce si cimentava in aumenti dei tassi d’interesse volti a prevenire un possibile aumento dell’inflazione. Chi quell’anno partì serenamente per le vacanze …dovette ricredersi rapidamente: dai primi di agosto il mercato interbancario europeo entrò in una profonda crisi che diede l’avvio alla fase di difficoltà che tuttora stiamo vivendo.

D’altra parte, un anno dopo, a luglio 2008, la situazione pareva ancora gestibile, la correzione delle borse era sino ad allora risultata di entità nel complesso accettabile, tant’è che da maggio la Fed aveva interrotto la fase di abbattimento del livello dei tassi ufficiali iniziata un anno prima. Almeno in quell’occasione chi aveva preso le ferie ad agosto se le era godute, salvo dimenticarsele subito poco dopo il rientro, con il default di Lehman Brothers di metà settembre.

Sarà forse per non creare troppe illusioni, che l’esplosione della crisi dell’eurozona si manifesta nel 2011 sin dai primi giorni di luglio. Ricordiamo di quell’estate le discussioni estive sull’annuncio quotidiano di una nuova manovra, diversa da quella commentata il giorno precedente; un ottimo sostituto del tradizionale commento alle news sul calciomercato, anch’esso caratterizzato dal quotidiano annuncio di un importante acquisto che smentisce quello del giorno precedente. 

A questo punto è apparso a tutti chiaro, se ve ne fosse stato ulteriore bisogno, che a luglio è bene non pensare di potersi rilassare troppo in vista di un agosto balneare e un settembre di ripresa.

Sarà stato quindi per salvaguardare le legittime richieste di un periodo di riposo, che l’anno scorso, il 26 luglio 2012, il Presidente della Bce, pronuncia il discorso del “whatever it takes” inaugurando quello che più che un periodo di relax, è apparso l’inizio di una lunga fase di festeggiamenti. Certamente, grazie al supporto delle altre banche centrali, e quella giapponese in particolare ha dato il suo aiuto, luglio 2013 appare segnato dai frutti della svolta avviata un anno prima dalle banche centrali. Se ne vedono i riscontri da più parti: borse in crescita, tassi a lunga che iniziano ad aumentare, indicatori congiunturali che consentono di intravedere la via di uscita.

Pare cioè possibile che lo scenario dei prossimi mesi prospetti effettivamente l’inizio della ripresa. O forse sono solo gli scherzi di luglio.

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