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Burro, pressing Usa e prezzi alle stelle: perché in Europa le scorte sono a rischio (e cosa c’entra la Nuova Zelanda)

Pixabay

Crisi del burro? Se ne produce sempre meno e i prezzi sono schizzati alle stelle. Uno scenario che mette in allerta le cucine e le pasticcerie di tutto il mondo. Non basta Savor, la startup californiana di Bill Gates, con il suo burro d’aria in arrivo dagli Usa (ebbene sì, un prodotto creato dall’aria che promette di replicare gusto, profumo e consistenza di quello tradizionale) a tranquillizzare gli addetti del settore. In Europa l’ultimo monito, soltanto qualche giorno fa, è stato quello rilanciato dal quotidiano francese Les Echos e ripreso in Italia dal Sole 24 Ore: “Ci saranno mesi con livelli di servizio leggermente inferiori, durante i quali non riusciremo a tenere il passo con le richieste di burro da parte dei consumatori”. Parole di Jean-Marie Le Bris, direttore dei prodotti di largo consumo di Laïta, una delle principali cooperative lattiero-casearia di Francia.

Burro: prezzi alle stelle

La questione, tuttavia, è generalizzata: non riguarda certo solo la Francia e le cifre parlano chiaro. Quelle di Assoutenti, ad esempio, già da qualche settimana evidenziano che “si aggrava la corsa dei prezzi dei generi alimentari, con i listini di cibi e bevande analcoliche che a giugno salgono del +3,7% su anno. Un dato su cui peraltro incombe il caro-benzina, che potrebbe determinare ulteriori rincari per i beni trasportati su gomma”.

Ma ancora: “Con l’inflazione attuale, solo per cibi e bevande una famiglia con due figli si ritrova a spendere +338 euro su base annua”, spiega il presidente Gabriele Melluso. “Alcuni prodotti – e qui arriva la batosta – segnano rincari astronomici: il burro aumenta del +19,9% sul 2024, il caffè del 25%, il cioccolato del 13%, il cacao del 21,4%, ma sensibili rialzi si registrano anche per le uova (+7,4%), la frutta fresca (+7,1%), i gelati (+5,5%)”.

“Un trend quello dei rialzi alimentari che prosegue oramai da mesi, e che rischia di peggiorare nelle prossime settimane, con l’aumento della domanda per i beni tipici dell’estate. Chiediamo al governo di prestare la massima attenzione all’andamento dei prezzi nel comparto, perché si tratta di spese primarie di cui le famiglie non possono fare a meno, e che incidono pesantemente sui bilanci degli italiani”, conclude Melluso.

Burro: scorte a rischio in Europa

A confermare i rialzi e le preoccupazioni ci pensa la Fao: il suo indice dei prezzi sui prodotti lattiero-caseari ha registrato una media di 154,4 punti a giugno, in aumento di 0,8 punti (0,5%) rispetto a maggio e di 26,5 punti (20,7%) rispetto al valore di un anno fa. L’indice del prezzo del burro ha registrato il maggiore incremento mensile, salendo del 2,8% a un nuovo record di 225 punti.

Ma cosa è successo? La continua tendenza al rialzo è stata trainata principalmente dalla persistente scarsità di offerta in Oceania e Unione europea, unita alla forte domanda di importazioni dall’Asia, compreso il Vicino Oriente. La Nuova Zelanda è entrata nel suo rallentamento stagionale della produzione, mentre nell’Unione europea le contrazioni del bestiame innescate dalle normative ambientali hanno frenato l’espansione della produzione di latte, con alcune regioni occidentali ulteriormente colpite dagli effetti persistenti delle epidemie del virus della lingua blu alla fine del 2024.

Burro: il pressing Usa sui prezzi

Negli Usa, la minore produzione mensile di burro e le scorte scese al di sotto dei livelli dello scorso anno hanno aggiunto ulteriore pressione sui prezzi. Anche i prezzi del formaggio sono aumentati, sempre a giugno, per il terzo mese consecutivo, grazie alla solida domanda del settore della vendita al dettaglio e della ristorazione nell’Asia orientale. Al contrario, i prezzi del latte scremato in polvere sono scesi dello 0,6%, mentre quelli del latte intero in polvere sono calati del 2,3%, a causa della domanda debole e dell’ampia offerta globale.

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Categories: Economia e Imprese