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Bufera su titoli di Stato e valute e Tremonti anticipa la manovra

Lo spread tra Btp e Bund risale a 181 punti, ai livelli più elevati dall’11 gennaio scorso, pari ad un rendimento del 4,89 per cento. Peggiora, sull’onda dell’esito elettorale, anche la forbice per i Bonos spagnoli: 255,7 punti il distacco dai Bund tedeschi. Record anche per la Grecia: lo spread con i titoli tedeschi ha raggiunto quota 1379.6, il massimo assoluto. Sono queste le cifre della nuova bufera che ha investito l’area euro, in un frangente estremamente delicato della crisi. “I meeting che dovranno prendere decisioni sulla Grecia – spiega Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos – sono previsti per la metà di giugno. Perciò si è aperta una finestra di due settimane in cui la speculazione potrà agire indisturbata. Salvo novità, non mi stupirei che la situazione possa peggiorare. Anche se da venerdì ad oggi non è cambiato sostanzialmente nulla”.

Anzi , l’outlook negativo di S&P sull’Italia, anche se mitigato dal giudizio espresso oggi da Moody’s, ha sortito l’effetto di spingere il Tesoro ad anticipare a metà giugno la definizione della manovra 2013/14 per raggiungere il pareggio del bilancio. Una spinta nella direzione giusta, anche se insufficiente a compensare le notizie negative, tra cui spicca il risultato elettorale in Spagna. “In realtà – continua Fugnoli – il Ppe non ha fama di essere un partito di spendaccioni. Però, in questi momenti, si teme che all’atto della staffetta di governo si scoprano buchi in bilancio”.

La fragilità dell’area euro si è subito riflessa sui mercati valutari. La moneta unica è arretrata nei confronti del dollaro sotto quota 1,40 (alle 12 il cambio era 1,3985). La nota più rilevante, però, riguarda la corsa del franco svizzero nei cui confronti l’euro è scivolato a 1,2345, e viaggia verso quota 1,20.

La turbolenza dei mercati monetari e valutari spiega in buona parte la giornata difficile dei listini azionari, sia in Asia, dove hanno pesato nuovi segnali di rallentamento della locomotiva cinese, che in tutta Europa. Su Piazza Affari pesa inoltre l’effetto cedola: oggi staccano il dividendo ben 64 società, con un impatto negativo pari all’1,85 per cento. Il listino, partito in mattinata con un ribasso superiore al 3 per cento, ha poi parzialmente corretto fino a -2,98 (quotazione delle 12 e trenta). Al netto dell’effetto cedole, dunque, la Borsa italiana ha reagito meglio di Francoforte, Londra e Parigi. Pure il comparto bancario, il più colpito nelle prime battute, ha recuperato posizioni anche se Intesa, al primo giorno dell’aumento di capitale, resta in terreno negativo. (u.b.)

 

 

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