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Borsa, effetto Cdp: brillano Atlantia e Webuild

Imagoeconomica

I listini europei chiudono poco mossi e Wall Street cammina a rilento, in una giornata ancora condizionata dalla crescita dei contagi e dal rischio di nuovi lockdown, mentre il miraggio di un vaccino anti-Covid pare allontanarsi con la messa in pausa della sperimentazione da parte di due grandi aziende farmaceutiche (Johnson & Johnson ed Eli Lilly).

Piazza Affari è positiva,+0,25%, grazie soprattutto ad Atlantia +9,16%, con il mercato che premia la trattativa in esclusiva con Cdp per la cessione della quota dell’88% in Autostrade per l’Italia. Si apprezzano anche i titoli del risparmio gestito, come Azimut +2,39%, Poste +2,11%, Banca Generali +0,97%. Rialzano la testa i petroliferi a partire da Tenaris +2,67%, favoriti dal ritorno degli acquisti sull’oro nero. Il contratto Brent dicembre 2020 è in progresso dell‘1,7% a 43,17 dollari al barile.

Le prese di beneficio penalizzano Nexi -2,12%; Interpump -1,65%; Stm -1,2%.

Le banche sono miste. Moderatamente negative le big, Intesa -0,97% e Unicredit -0,34%. Benino Banco Bpm, +0,44% e Bper +0,4%. Il rosso è profondo per Mps, -5,46% dopo il balzo di ieri, in scia alla possibile nomina, in primavera, dell’ex ministro Pier Carlo Padoan a presidente di Unicredit. La prospettiva avrebbe alimentato le speculazioni su un cambio di strategia dell’istituto in tema di M&A, rafforzando le ipotesi di un’operazione con la banca senese. Fra i titoli minori balzo di Webuild,+7,03%, grazie a ordini dagli Stati Uniti. Tonfo di Tiscali, -9,63%, dopo l’impennata della vigilia. A partire da oggi, Borsa Italiana ha vietato l’immissione di ordini senza limiti di prezzo sulle azioni di questa società. 

In spolvero i titoli delle società di calcio: Roma +10,59%; Lazio +6,15%; Juventus +2,93%, favoriti dalla decisione dei club della Serie A di entrare in trattative esclusive per quattro settimane con il consorzio formato da Cvc, Advent e Fsi per la vendita di una quota di minoranza della nuova media company che gestirà i diritti televisivi del campionato.

Sul secondario lo spread fra decennale italiano e tedesco sale a 123 punti base, ma la discesa del rendimento del Btp non si ferma e tocca un nuovo minimo in seduta a +0,64%, per chiudere a +0,65%.

Merito, in gran parte, della politica ultra espansiva della Bce, da cui si levano voci favorevoli a un incremento delle misure di stimolo in caso di nuove misure di contenimento anti-Covid. È il caso di Robert Holzmann, governatore della Banca centrale austriaca e membro del consiglio direttivo della Banca europea, secondo il quale: “Misure di contenimento più prolungate, estese e stringenti richiederanno probabilmente una maggiore espansione monetaria e fiscale nel breve periodo per salvaguardare i prezzi e la stabilità finanziaria”. 

Nel resto d’Europa il finale è piatto per Francoforte, in leggero calo per Parigi, -0,1%, in verde per Madrid +0,62% e in  rosso per Londra -0,58%.

Sul mercato valutario l’euro-dollaro tratta intorno a 1,176. Si apprezza la sterlina (0,9017 contro la moneta unica), mentre un accordo commerciale tra Unione europea e Regno Unito “resta difficile ma ancora possibile, se le due parti negozieranno intensamente nel corso delle prossime settimane”, scrive Reuters, citando una fonte vicina alle trattative. 

Sul fronte statunitense il tempo sembra rallentare, in attesa delle elezioni, mentre stagna la trattativa per il piano di aiuti e prosegue la stagione delle trimestrali. Dopo i dati superiori alle attese, ieri, di JPMorgan Chase e Citigroup, Wells Fargo ha deluso gli analisti, più che dimezzando i profitti nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche se i ricavi, in calo del 14%, hanno superato le attese. Bank of America ha chiuso il terzo trimestre del 2020 con un utile netto in contrazione del 16% a 4,9 miliardi di dollari; il fatturato consolidato è più o meno in linea con le previsioni (20,33 miliardi di dollari,

Bene Goldman Sachs, che chiuso il terzo trimestre con un utile netto in aumento del 94% a 3,5 miliardi di dollari grazie soprattutto alla performance del suo settore di trading. Nello stesso periodo, i ricavi sono aumentati del 30% a 10,8 miliardi di dollari.

La calma piatta ha lambito oggi anche le Borse cinesi, che stanno vivendo però una stagione particolarmente felice, anche perché il Covid, dopo essere partito dal Celeste Impero, non sembra più oltrepassare la Grande Muraglia.

Morale, osserva il Financial Times su dati Bloomberg, la capitalizzazione di Shanghai e Shenzhen è arrivata a 10.080 miliardi, sopra il picco di 10.050 raggiunto nel giugno 2015, dopo il quale ci fu un crollo he portò al dimezzamento di quel valore. Secondo gli analisti sentiti dal quotidiano della City, ora però il contesto è ben diverso: il rally di allora era stato amplificato dal margin lending che ora ha molto meno peso, inoltre le valutazioni sono più coerenti con i fondamentali.

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