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Borsa: corre Saipem, cade Stm, occhi puntati sulla Fca di Manley

Imagoeconomica

A Piazza Affari brilla la stella di Saipem, che a metà seduta guadagna il 2,6%, mettendo a segno per distacco il miglior rialzo del Ftse Mib. La società d’impiantistica del gruppo Eni ha chiuso il primo semestre con una perdita netta di 323 milioni di euro – al netto di svalutazioni e oneri per 329 milioni – in peggioramento rispetto al rosso di 110 milioni registrato nello stesso periodo dell’anno scorso. A innescare gli acquisti sul titolo non sono stati perciò i conti, ma l’annuncio di un nuovo orientamento strategico, con la conseguente modifica del modello organizzativo. In sostanza, Saipem ora identifica il proprio business principale nel settore Engineering & Construction Offshore, mentre per le trivellazioni apre a possibili partnership, anche se l’ad Stefano Cao ha precisato che al momento non esiste alcuna ipotesi operativa.

Sul versante opposto dell’indice principale c’è Stm, peggior titolo di giornata (-3,2%, dopo il +4,12% di ieri sostenuto dal rally del Nasdaq). La società dei chip ha annunciato oggi i dati del trimestre approvati ieri dal Cda: i ricavi netti hanno raggiunto quota 2,27 miliardi di dollari (+18,0% su anno), mentre l’utile netto si è attestato a 261 milioni di dollari, il 4,5% in più rispetto alle previsioni (249,7 milioni). Bene anche il margine lordo, al 40,2%, leggermente superiore al 40% stimato. Le vendite sul titolo, oltre che con le prese di beneficio dopo il rialzo dell’ultima seduta, si spiegano anche con una precisazione arrivata dalla società: Stm ha fatto sapere che i trend macroeconomici e del settore industriale sono difficili da decifrare e possono avere un impatto sulla domanda di prodotti da parte del mercato finale.

Fra gli altri titoli sotto i riflettori, la galassia Agnelli perde ancora terreno: Exor -0,7%, Fca -1%, Ferrari -1,3% e Cnh -0,3%. Oggi, proprio nel giorno della scomparsa di Sergio Marchionne, Fiat Chrysler pubblica i risultati di bilancio del semestre, primo banco di prova per il nuovo amministratore delegato Mike Manley. Del resto, dopo il rimbalzo di ieri, il settore auto è tornato in affanno in tutta Europa a causa delle nuove minacce di misure protezionistiche da parte degli Stati Uniti.

Da segnalare anche il rialzo di Telecom (+0,7%), che ha chiuso la prima metà dell’anno con utili in rialzo del 3,7% e ha fatto sapere di avere esaminato il tema degli impegni – non previsti nel piano industriale – che potranno derivare dalla partecipazione alla gara 5G. La società sta anche valutando opzioni strategiche per le partecipate e conferma che il processo di vendita di Persidera va avanti.

Intanto, il Ftse Mib oscilla intorno alla parità, in una giornata poco mossa anche sulle altri principali piazze europee: Francoforte -0,1%, Parigi +0,3% e Madrid -0,3%. Va peggio Londra (-0,6%). Gli investitori si mantengono prudenti, mentre sale la tensione per il braccio di ferro sui dazi, nel giorno in cui il presidente americano Donald Trump incontra a Washington il numero uno della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.

Per quanto riguarda il mercato del debito, lo spread Btp-Bund è in calo a 225 punti base, dopo aver toccato solo ieri un massimo a quota 238, il livello più alto dal 12 luglio.

Sul fronte valutario, l’euro è scambiato a 1,1691 dollari (contro gli 1,1706 della chiusura di ieri) e a 129,981 yen (da 130,06), mentre il cambio dollaro/yen è a 111,189.

Il petrolio continua a salire, anche se in un contesto di scambi deboli: i future del Wti a settembre salgono dello 0,55%, a 68,9 dollari al barile, mentre quelli a settembre del Brent aumentano dell’1,03%, a 74,2 dollari.

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