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Bolloré svaluta Mediobanca: utile -27% nel semestre

Il gruppo Bolloré chiude il primo semestre dell’anno con profitti in calo, soprattutto a causa dalla flessione dei risultati dell’attività di logistica in Africa. Pesano anche gli accantonamenti su titoli, in particolare sulla quota in Mediobanca e gli effetti di cambio sfavorevoli. Il gruppo guidato da Vincent Bolloré ha registrato al 30 giugno scorso una flessione del 27% dell’utile netto di competenza a 343 milioni di euro, con un fatturato in flessione del 7% a 4,95 miliardi. Il risultato operativo è in calo del 10% a 305 milioni e il risultato finanziario scende a 225 milioni contro 263 milioni nella prima metà del 2015.

L’apporto all’utile netto delle società valutate a patrimonio netto non operative ammonta a -4 milioni contro +58 milioni dell’anno scorso. “Tale evoluzione integra principalmente degli accantonamenti su Mediobanca”, spiega la nota sui conti. Bolloré è il secondo azionista dell’istituto di Piazzetta Cuccia con una quota dell’8%. La società ha deciso il versamento di un acconto di dividendo di 0,20 euro per azione come lo scorso anno.

Il fatturato del settore trasporto e logistica del gruppo Bolloré è sceso dell’8% a 2,7 miliardi, quello della logistica petrolifera del 18% a 959 milioni, mentre il settore comunicazione (Havas, media telecom) segna un progresso del 4% a 1,1 miliardi e lo stoccaggio di elettricità sale del 21% a 148 milioni. Aumentano poi del 31% a 13 milioni i ricavi da altri asset (agricoltura, holding ecc). In dati lordi, l’impatto sul fatturato dalle variazione dei cambi, che riguardano principalmente il settore di trasporti e logistica, hanno avuto un effetto negativo per 137 milioni di euro.

A livello di risultato operativo pesa “il calo della logistica in Africa, che ha fatto seguito alla flessione del prezzo del petrolio e dei prezzi delle materie prime”. È invece in progresso l’attività di logistica petrolifera grazie alla distribuzione in Francia e alle attività in Germania e svizzera. Il settore comunicazione si avvantaggia principalmente dell’aumento dell’utile di Havas e del polo media. Per contro, incidono negativamente sull’andamento le spese per il settore di stoccaggio dell’elettricità.

Il risultato finanziario integra in particolare 325 milioni di dividendi netto ricevuti da Vivendi, di cui il gruppo Bolloré è primo azionista con una quota del 15% circa, ma è penalizzato anche da un effetto valutario negativo di 32 milioni. L’indebitamento netto del gruppo è aumentato di 196 milioni a 4,47 miliardi, “principalmente per l’evoluzione stagionale delle attività di Havas”.

I mezzi propri ammontano a 9,8 miliardi di euro, con una flessione di 1,46 miliardi a causa del calo dei valori di Borsa. Il rapporto indebitamento-mezzi propri sale al 46% dal 38% di fine 2015. Il valore di Borsa del portafoglio dei titoli quotati (Vivendi, Mediobanca e Socfin i principali) è sceso al 30 giugno scorso a 4,2 miliardi da 4,97 miliardi al fine 2015. Il gruppo ha inoltre deciso di sciogliere anticipatamente l’operazione di copertura e finanziamento su 34 milioni di azioni Vivendi (2,5%), che comunque “non modifica la partecipazione del gruppo Bolloré in Vivendi”.

Aumenta la liquidità, con un importo disponibile di oltre 2 miliardi contro 1,8 miliardi a fne 2015. La scadenza media del debito è salita a 3,5 anni. A livello della holding Financiere de l’Odet, l’utile netto di gruppo di competenza ammonta a 177 milioni, in calo del 29%. L’indebitamento è salito di 131 milioni a 4,8 miliardi e il ratio di indebitamento è al 62% dal 54%.

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